
di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia
Se da una parte si potrebbe essere indotti a pensare che le “Km 0”, più che a fare quota o obiettivi, siano richieste per ridurre lo sforamento dei limiti di emissioni di CO2 imposti, dall’altra non si può che constatare che le elettriche nel mix delle “Km 0” non sono le principali, anche se restano troppe per una domanda di mercato che si è spenta.
Per capirci: il 45% di tutte le “Km 0” fatte quest’anno sono già passate di mano (quasi 1 su 2), ma solo 1 elettrica su 4 è stata ceduta, le altre 3 sono ancora parcheggiate in concessionaria. Di quel 25% uscito dallo stock, il 30% viene radiato per esportazione, mentre la media delle radiazioni sullo stock di qualsiasi tipo di alimentazione è inferiore al 5%, perché un cliente in Italia lo trovano.
Mi piacerebbe sapere se le BEV esportate in EU e anche extra-EU avranno le stesse difficoltà di trovare il loro nuovo proprietario come sta succedendo qui in Italia, perché farle girare in questo modo serve solo a contare nuove targhe in tutti i Paesi in cui vengono spedite, ma sugli stessi telai.
Qualcuno sa se questi doppi conteggi valgono anche per il calcolo delle emissioni da mandare alla Commissione EU? Si contano le targhe o i telai?