Obiettivo al 2042: un’auto condivisa ne sostituirà 10 private

 

Questa e altre previsioni, emerse da uno studio del Politecnico di Milano, sono state presentate nel corso del primo forum organizzato a Milano il 27 giugno da “The Urban Mobility Council”, il Think Tank della mobilità. Un progetto che affronterà i percorsi delle mobilità del futuro, cofinanziato dal PNRR, con il Gruppo Unipol tra i soci fondatori

 

Nato all’inizio di giugno “The Urban Mobility Council” si candida come Think Tank della mobilità, con l’obiettivo dichiarato di fare sintesi tra stakeholder istituzionali, Università e aziende impegnate ogni giorno per costruire la mobilità sostenibile del futuro. Si tratta di un progetto promosso dal Gruppo Unipol, che può contare sul supporto scientifico del Politecnico di Milano, che affronterà i percorsi delle mobilità del futuro alla ricerca di una sostenibilità economica, sociale e ambientale resa possibile dalla transizione digitale.

 

Solo basi scientifiche

Un aspetto fondamentale del Think Tank è rappresentato dalle basi scientifiche, che non saranno influenzate dalle ideologie, ma soltanto costruite sull’analisi dei dati necessari per analizzare trend attuali e futuri, costruire strategie di medio lungo termine, e in grado di connettere alla realtà un mondo, quello della mobilità, in profonda transizione con importanti ricadute tecnologiche, economiche, industriali e culturali.

 

Il primo di molti appuntamenti

Il Comitato di Indirizzo di The Urban Mobility Council, al quale partecipano i principali stakeholder di riferimento (istituzionali, accademici e del mondo produttivo), ha in breve tempo messo a punto il primo appuntamento pubblico, che si è svolto lo scorso 27 giugno alla Fondazione Feltrinelli di Milano. Un forum a cura del Politecnico di Milano, dedicato ai percorsi delle nuove mobilità, nel corso del quale sono state presentate le analisi di scenario sui temi di Connected, Autonomous, Green e Integrated Mobility. 

 

Una rivoluzione annunciata

Il primo elemento importante evidenziato da uno studio basato sulle analisi dei movimenti delle auto degli italiani, registrati attraverso box telematiche – su un campione rappresentativo pari al 10 per cento dei veicoli circolanti – è la conferma di una rivoluzione annunciata. Nel prossimo ventennio, infatti, in una città di medie dimensioni un’auto di proprietà condivisa ne sostituirà 10 di proprietà privata, con un utilizzo prettamente urbano. È questo il primo passo del transito da una mobilità basata su veicoli grandi, che si muovono con combustibili fossili, di proprietà e guidati da persone, a una mobilità caratterizzata da veicoli leggeri, elettrici, condivisi e guidati da algoritmi. Principalmente a robotaxi a guida autonoma.

 

Due filoni importanti

La sfida della ricerca del Politecnico di Milano è progettare e ottimizzare i modelli di mobilità futura, partendo dagli attuali dati di mobilità dei veicoli circolanti in Italia. A questo proposito i filoni sui quali lavorare sono due: il Mobility-As-A-Service, attraverso la tecnologia dell’auto autonoma e la transizione verso l’elettrificazione. Nel primo caso, la progettazione sfrutta veicoli tradizionali e a guida autonoma al fine di creare il modo più efficace per introdurre questo nuovo modello di mobilità.

La transizione verso il MAAS diventa un passaggio obbligato per rendere più efficiente il nostro modello di mobilità, che oggi è essenzialmente basato circa 40 milioni di auto private, usate mediamente per coprire percorrenze che non superano i 7.000 km/anno. Su queste basi il modello dell’auto di proprietà è poco idoneo allo sviluppo dell’auto elettrica, poiché spinge le famiglie a dotarsi di auto elettriche con autonomia importante (500 km) e molto costosa.

 

L’automazione avrà un effetto big bang

Ma il forum non si è limitato a fornire interpretazioni partendo dai modelli del presente, ha valutato quali sono le effettive opportunità di elettrificazione a breve termine, individuando le direttrici di sviluppo più rapide ed economiche. A tal proposito, i dati evidenziano che già oggi, anche senza l’uso massiccio delle colonnine, il 20% delle auto in circolazione nel nostro Paese sono pronte a essere sostituite da auto elettriche, in quanto il passaggio all’elettrico non comporterebbe per il proprietario alcuna limitazione d’uso dovuta alla limitata autonomia, e nessun aggravio di costi.

Tuttavia il “big bang” di questa rivoluzione, ha dichiarato Sergio Savaresi, professore di automazione nei veicoli al Politecnico di Milano, “sarà l’automazione del guidatore che spingerà verso la mobilità a servizio che a sua volta genererà il flusso di completamento dell’elettrificazione. Dobbiamo individuare le direttrici di sviluppo più rapide ed economiche per facilitare questa transizione, sia con veicoli tradizionali che con veicoli a guida autonoma”.

 

Solo grandi protagonisti

“The Urban Mobility Council” nasce per favorire il passaggio dalla mobilità attuale a una più sostenibile, integrata, connessa e green, con obiettivi che sono condivisi con il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile a cui partecipano 25 università e i relativi centri di ricerca, 24 grandi imprese tra cui il Gruppo Unipol, tutti attori protagonisti del mondo della mobilità e delle infrastrutture con un investimento previsto di 394 milioni per i primi 3 anni (2023-2025) – cofinanziato dal PNRR, con il Gruppo Unipol tra i soci fondatori – con 696 ricercatori dedicati e 574 quelli neoassunti con la missione di accompagnare “la transizione green e digitale in un’ottica sostenibile, garantendo la transizione industriale del comparto e accompagnando le istituzioni locali a implementare soluzioni moderne, sostenibili e inclusive nelle città e nelle regioni del Paese”.

 

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