Non solo incentivi: l’auto ha bisogno di tanto altro

Adolfo De Stefani Cosentino, Federauto

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

Prosegue in pericolosa discesa libera il mercato dell’auto: quello appena trascorso è stato, infatti, un altro mese  durissimo per le immatricolazioni, con il peggior segno negativo, sempre a doppia cifra, dall’inizio dell’anno. L’operatività degli incentivi è ancora in sospeso – il DPCM automotive firmato lo scorso 6 aprile attende tuttora di  entrare in vigore – e in una situazione in cui il mercato è sostanzialmente fermo, con una perdita di circa 156.800  pezzi rispetto al primo quadrimestre 2021, non riusciamo a capitalizzare le già basse intenzioni di acquisto della  clientela che visita i nostri saloni: è a rischio la tenuta dei nostri bilanci e la sopravvivenza stessa delle nostre  imprese.

È necessario velocizzare la messa a disposizione dei fondi stanziati dal Governo, dissolvendo in parte quell’incertezza che da inizio anno domina il settore e le vendite di veicoli green. Le decisioni di acquisto sono ulteriormente indebolite dall’aumento generale dei prezzi, a partire dai costi dei  carburanti, malgrado le misure rinnovate dal Consiglio dei Ministri. Si tratta di variabili che, se non adeguatamente compensate, rischiano di ridurre ancor di più il potere d’acquisto di famiglie e imprese. Incidono  anche i timori legati alla durata del conflitto in Ucraina e la carenza di alcune componenti e materiali essenziali per  la produzione degli autoveicoli.

Gli incentivi pluriennali, varati secondo un approccio non ideologico, rappresentano un segnale importante nella graduale svolta verso le tecnologie a zero o ridottissimo impatto ambientale, tuttavia resta  l’amaro in bocca per l’abbassamento delle soglie di prezzo massimo degli autoveicoli incentivabili e soprattutto  per l’esclusione delle aziende dal godimento dei contributi statali, in quanto proprio le imprese sono capaci di  promuovere il rinnovo del vetusto parco circolante italiano e dunque accelerare la transizione ecologica  sostenibile e spingere sull’ampliamento delle infrastrutture di ricarica elettrica a maggiore potenza sulle strade a  scorrimento veloce.

Infine, sottolineiamo l’urgenza di reintrodurre con strumenti normativi anche l’acquisto in leasing per i veicoli commerciali e di rivedere l’attuale termine dei 180 giorni per completare le pratiche di prenotazione degli ecobonus, poiché con gli attuali tempi di consegna, molto allungati nel tempo (per le ragioni  già note), di fatto è a rischio il riconoscimento dei bonus tanto attesi e con essi la già difficile transizione verso  l’elettrico e le tecnologie compatibili con la riduzione delle emissioni di CO2.

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