
di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
Il risultato delle immatricolazioni di maggio è un segnale incoraggiante, ma non dimentichiamo che il confronto avviene sempre sui volumi depressi realizzati nel primo semestre 2022. Piuttosto, il tempo passa e le vendite di veicoli a zero e bassissime emissioni, fondamentali per raggiungere gli obiettivi in termini di CO2 a partire dal 2035 decisi da Bruxelles, restano sempre marginali, non riuscendo a contribuire in modo determinante alla riduzione delle emissioni e al rinnovo del parco circolante autovetture.
L’ecobonus, con le risorse che vengono impiegate con il contagocce nelle fasce 0-20 e 21-60 g/Km di CO2 e sono azzerate da tempo per la fascia 61-135 g/Km di CO2, fatica a imprimere quell’accelerazione indispensabile a convogliare le preferenze di acquisto degli italiani verso le motorizzazioni elettriche e plug-in. Come condiviso con il ministro Matteo Salvini, in occasione dell’Automotive Dealer Day 2023, attendiamo il riavvio del Tavolo Automotive presso il MIMIT così da poter ridefinire la strategia di sostegno per una transizione ecologica efficace e sostenibile per i soggetti investiti dalla rivoluzione elettrica, senza perdere ulteriore terreno rispetto agli altri grandi mercati europei, in cui le immatricolazioni di auto a zero emissioni raggiungono già quote di rappresentatività a doppia cifra.
Nel nostro Paese, l’impatto ambientale dell’elettrico è ancora estremamente basso, ma con una serie di immediate azioni correttive all’ecobonus, in linea con il principio della neutralità tecnologica, e la revisione strutturale della fiscalità sugli autoveicoli, questa lenta progressione potrebbe accelerare, riducendo la pressione economica su cittadini e imprese – che operano oltretutto ancora in un contesto di elevata inflazione – abbattendo simultaneamente le emissioni di CO2 e rinnovando il vetusto parco italiano. A tal proposito, le recenti dichiarazioni del Ministro Urso fanno ben sperare per un rilancio più pragmatico del piano incentivi per la domanda automotive.
Sul fronte infrastrutture di ricarica elettrica apprezziamo l’avvio dei bandi pubblici per la presentazione di progetti di installazione nei centri urbani e superstrade e la definizione delle modalità e funzionamento della Piattaforma unica nazionale (PUN) dei punti di ricarica, che però richiede ancora ulteriori adempimenti tecnici per essere pienamente operativa. Tuttavia, l’obiettivo fissato dal PNIEC di 6 milioni di auto circolanti al 2030 alimentate ad energia elettrica (di cui 4 milioni di BEV), con gli attuali volumi, resta una chimera: i contributi per le colonnine installate da professionisti e imprese previsti dal DM 25 agosto 2021 restano non fruibili così come quelli destinati alle utenze private e ai condomini ex DPCM 4 agosto 2022. In tale ambito il quadro regolatorio deve trovare una più rapida attuazione.