Mobilità elettrica: troppe le colonnine rotte (da “energiaoltre.it”)

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La rete nazionale di colonnine elettriche si espande sempre più, ma quante sono perfettamente funzionanti? Stimare il numero preciso non è semplice, ma sicuramente i malfunzionamenti delle infrastrutture e dei sistemi informativi non sono una rarità, stando alle testimonianze di alcuni italiani che hanno scelto di intraprendere un viaggio a bordo di una vettura a batteria. Quanto tempo passa prima che possano tornare a erogare energia elettrica? Interrogativi da non sottovalutare, poiché riguardano uno degli elementi portanti della mobilità elettrica, pilastro della transizione sostenibile disegnata dall’Unione Europea. Infatti, la maggior parte degli italiani ancora scettici sulle EV elenca tra le ragioni proprio la capillarità e l’affidabilità della rete di colonnine elettriche.
La rete nazionale di infrastrutture di ricarica cresce di anno in anno, ma quante funzionano correttamente? Non tutte, secondo quanto emerge da alcune testimonianze pubblicate sul web da guidatori di EV. Il problema tocca solo in maniera marginale le stazioni di ricarica elettrica installate fuori dalle principali direttrici del traffico, spesso con potenza medio-bassa, per due ragioni: sono più diffuse e sono meno di frequente tappa di lunghi viaggi.

Il problema principale riguarda le stazioni di ricarica in autostrada, che ad aprile hanno raggiunto quasi quota 1.000 unità, secondo i dati di Motus-E. Parliamo di siti fortemente strategici in questo periodo. Infatti, colonnine e sistemi informativi non funzionanti possono provocare importanti ritardi sulle tabelle di marcia.

È il caso degli impianti di ricarica Fast installati nella stazione di servizio sull’autostrada A1 Caserta San Nicola, gestito da Free-to-X: due colonnine Alpitronic da 300 kW con connettori CCS2 per caricare fino a 4 veicoli contemporaneamente. Tuttavia, attualmente solo 1 attacco è funzionante, secondo la testimonianza di un utente su Meta. Un disservizio che si accompagna a un servizio informazioni inesistente, contribuendo così a prolungare ancora di più i tempi di attesa.

Una situazione che si protrae da almeno 7 giorni, stando al commento di un altro utente che ha fatto tappa nel distributore una settimana prima. “Due stalli su quattro sono fuori uso (una colonnina su due). Disagi per gli automobilisti. Il gestore deve intervenire tempestivamente. Tempi di attesa raddoppiati”, scriveva 6 mesi fa un viaggiatore greco, suggerendo che potrebbe essere un problema frequente. Testimonianze che suggeriscono altri interrogativi: quanto spesso si rompono le colonnine e quanto tempo impiegano la tornare in servizio? E perché? Questioni che dovrebbero essere approfondite per favorire la diffusione di massa della mobilità elettrica e rendere la transizione realtà. Altrimenti, rischiamo di costruire una rete capillare ma inefficiente, quindi poco attrattiva per gli scettici dell’elettrico.

La mobilità elettrica in Italia vive un paradosso: la rete di ricarica è sempre più capillare, ma è ancora poco affidabile. Infatti, non è raro che gli impianti si rompano e siano inutilizzabili per diversi giorni. Ma il dibattito si concentra spesso sul numero di infrastrutture installate, che cresce di anno in anno. Ad aprile di quest’anno si contavano 54.164 i punti di ricarica a uso pubblico, con il 31,5% rispetto allo stesso mese del 2023. Una su tre sono di tipo veloce o ultraveloce.


Numeri destinati ad aumentare con l’ultimo finanziamento di 25 milioni di euro dall’UE, che permetterà di costruire 1.354 nuove colonnine. Una scelta in linea con la crescita della domanda di infrastrutture di ricarica, che rimane alta nonostante il rallentamento delle vendite delle auto elettriche degli ultimi mesi. Infatti, diverse aziende chiedono alle amministrazioni nuovi bandi e affidamenti diretti per aumentare i punti di ricarica.
Cresce anche la richiesta di ricarica domestica. Non a caso, il 12 giugno il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha pubblicato il Decreto direttoriale che stabilisce le modalità per richiedere il bonus colonnine domestiche per il 2024. Il richiedente potrà ottenere un contributo che coprirà fino all’80% delle spese sostenute per l’installazione di un sistema di ricarica domestica per il proprio veicolo elettrico.
Foto di Michael Marais su Unsplash

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