
Il problema principale riguarda le stazioni di ricarica in autostrada, che ad aprile hanno raggiunto quasi quota 1.000 unità, secondo i dati di Motus-E. Parliamo di siti fortemente strategici in questo periodo. Infatti, colonnine e sistemi informativi non funzionanti possono provocare importanti ritardi sulle tabelle di marcia.
È il caso degli impianti di ricarica Fast installati nella stazione di servizio sull’autostrada A1 Caserta San Nicola, gestito da Free-to-X: due colonnine Alpitronic da 300 kW con connettori CCS2 per caricare fino a 4 veicoli contemporaneamente. Tuttavia, attualmente solo 1 attacco è funzionante, secondo la testimonianza di un utente su Meta. Un disservizio che si accompagna a un servizio informazioni inesistente, contribuendo così a prolungare ancora di più i tempi di attesa.
Una situazione che si protrae da almeno 7 giorni, stando al commento di un altro utente che ha fatto tappa nel distributore una settimana prima. “Due stalli su quattro sono fuori uso (una colonnina su due). Disagi per gli automobilisti. Il gestore deve intervenire tempestivamente. Tempi di attesa raddoppiati”, scriveva 6 mesi fa un viaggiatore greco, suggerendo che potrebbe essere un problema frequente. Testimonianze che suggeriscono altri interrogativi: quanto spesso si rompono le colonnine e quanto tempo impiegano la tornare in servizio? E perché? Questioni che dovrebbero essere approfondite per favorire la diffusione di massa della mobilità elettrica e rendere la transizione realtà. Altrimenti, rischiamo di costruire una rete capillare ma inefficiente, quindi poco attrattiva per gli scettici dell’elettrico.
La mobilità elettrica in Italia vive un paradosso: la rete di ricarica è sempre più capillare, ma è ancora poco affidabile. Infatti, non è raro che gli impianti si rompano e siano inutilizzabili per diversi giorni. Ma il dibattito si concentra spesso sul numero di infrastrutture installate, che cresce di anno in anno. Ad aprile di quest’anno si contavano 54.164 i punti di ricarica a uso pubblico, con il 31,5% rispetto allo stesso mese del 2023. Una su tre sono di tipo veloce o ultraveloce.
Numeri destinati ad aumentare con l’ultimo finanziamento di 25 milioni di euro dall’UE, che permetterà di costruire 1.354 nuove colonnine. Una scelta in linea con la crescita della domanda di infrastrutture di ricarica, che rimane alta nonostante il rallentamento delle vendite delle auto elettriche degli ultimi mesi. Infatti, diverse aziende chiedono alle amministrazioni nuovi bandi e affidamenti diretti per aumentare i punti di ricarica.