Mobilità elettrica e modello SudTirol: a tu per tu con Harald Reiterer

di Luca Talotta

 

La mobilità elettrica in Italia ha un suo fiore all’occhiello: l’Alto Adige. Una regione, una zona d’Italia che ha davvero inserito la marcia giusta e che mai come adesso ha accelerato in modo deciso verso la conversione energetica. Ne abbiamo parlato con Harald Reiterer, coordinatore di Green Mobility SudTirol/Alto Adige.

Reiterer, ci spiega come è nata questa divisione Green Mobility? 

“È una società in house della regione SudTirol/AltoAdige, siamo nati nel 2012 decidendo di seguire esclusivamente le tematiche relative all’elettrico a livello provinciale”.

Di cosa vi occupate? 

“Di tutto ciò che è sostenibile; mobilità dell’auto, ma anche bicicletta, scooter elettrici e così via. È più il concetto di mobilità sostenibile che ci interessa, con un obiettivo ben chiaro: sensibilizzare le persone e nel contempo implementare le strutture a disposizione”.

E come ottenete tutto questo? 

“Abbiamo sviluppato un concetto a forma piramidale; la base è evitare di creare traffico e avere una chiara pianificazione territoriale e urbanistica. In sintesi, bisogna pensare bene a dove costruire e non spargere su tutto il suolo insediamenti produttivi e abitativi. In secondo luogo abbiamo incentivato il telelavoro; un giorno alla settimana ti aiuta a risparmiare il 20% di spostamenti quotidiani, e abbiamo spronato le persone a prendere i mezzi sostenibili, come il trasporto pubblico che da noi funziona bene e la bicicletta. Terzo step, migliorare il traffico; ci saranno sempre macchine per strada, ma puntiamo a evitare rumore e risparmiare CO2 con la mobilità elettrica. Diciamo che il nostro vantaggio è avere una certa autonomia dal punto di vista legislativo”

E l’elettrico?  

“Stiamo portando avanti diverse aree a riguardo. Una ruota attorno alla sensibilizzazione, perché le persone devono ancora familiarizzare con la mobilità elettrica. E poi lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica; stiamo portando avanti un tavolo di lavoro con chi vende macchine e i produttori di energia; noi siamo una delle poche Province considerate di fatto come una Regione che è riuscita a spendere i soldi previsti per le infrastrutture di ricarica dei bandi nazionali. Abbiamo, con soldi pubblici, creato colonnine di ricarica a corrente alternata, ora stiamo finendo un secondo progetto con colonnine fast di Alpitronic, arriveranno almeno 20 stazioni di ricarica fast che porteranno il totale a 250 stazioni di ricarica pubblica in tutto il Sudtirol”. 

Quanto aiuta il fatto che siate autonomi?  

“Aiuta per la gestione economica; da noi ad esempio c’è una delibera provinciale che ha introdotto contributi locali anche per i venditori di macchine, un contributo di 2.000 euro se attuano uno sconto pari ad almeno lo stesso importo. L’acquirente prende 4mila euro, tra sconto venditore e provincia, poi si aggiungono i contributi nazionali e risparmi fino a quasi 10mila euro”

E l’idrogeno? 

“Abbiamo un centro di produzione e ci sono piani ambiziosi. Cinque autobus a idrogeno circolano da parecchi anni, inoltre abbiamo un centro che noleggia anche macchine ad aziende interessate, con mezzi Hyundai e Toyota; in programmazione c’è l’idea di immettere nuovi autobus a idrogeno ed elettrici, per noi è importante arrivare ad emissioni zero”. 

Fate anche attività nelle scuole? 

C’è una persona dedicata nel nostro organigramma che ha portato avanti interventi nelle scuole e offerto anche corsi per la patente per la mobilità ciclistica, una cosa un po’ particolare che organizziamo insieme ai vigili urbani un po’ in tutti i gradi di istruzione. I giovani sono il futuro e vanno sensibilizzati, ma bisogna agire anche sui genitori, per far crescere il piacere della mobilità sostenibile”.

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