Mini e “Tortellante”: 26 ragazzi autistici al lavoro

di Roberta Pasero

Con Mini a lezione di tortellini dalle ”rezdore”, signore modenesi che detengono il sapere e i segreti della pasta fresca, ospitate per un giorno nella cucina di chef Andrea Berton a Milano. Per imparare a posizionare il ripieno nei quadrati di sfoglia, a chiuderli stretti a triangolo e a sagomarli attorno al dito indice, in modo da dargli la caratteristica forma con la virgola. Un rito che ha radici culturali e sociali lontane, fatto di movimenti cadenzati e ripetitivi, che diventa anche simbolo di indipendenza per i 26 ragazzi autistici che lavorano a “Tortellante”, il laboratorio terapeutico e abilitativo di Modena che dal 2016 insegna a questi ragazzi speciali a preparare i tortellini e a venderli anche ai ristoranti, come all’ Osteria francescana tristellata di Massimo Bottura.

 

Un laboratorio sostenuto da Mini, anche con il podcast” La rivoluzione tranquilla”, diretto da Enrico Brizzi e realizzato con il supporto di Chora Media di Mario Calabresi, un giornalista da sempre sensibile ai temi sociali (su tutte le piattaforme audio gratuite anche il 10 e il 17 febbraio).

 

Cosa c’entra Mini? In effetti, in 63 anni di storia é stata paragonata a tutto. A un’icona pop, a un oggetto di design, nella versione green persino a una “elettrofigata”. Ma a un tortellino mai. Eppure tra il simbolo british a quattro ruote e il simbolo della cucina italiana c’è un doppio fil rouge: “Da una parte la somiglianza tra il brand britannico, che nasce come l’automobile più piccola e usa lo spazio in modo intelligente, e il tortellino, uno degli “oggetti” gastronomici più piccoli, dall’altra c’è il tema dell’amore: la cucina è un gesto d’amore e l’amore è sempre tra i protagonisti delle campagne di Mini”.

 

Le parole di Roberto Olivi, direttore delle relazioni istituzionali e comunicazione di Bmw Italia, a cui fa capo il marchio Mini, sintetizzano lo spirito di “Tortellante”. Che insegna come la vita di molte persone può davvero cambiare. Un gesto d’amore dopo l’altro, anche tortellino dopo tortellino.

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