di Paolo Uggé (nella foto) e Marco Colombo, presidente nazionale di FAI-Conftrasporto e segretario di FAI Milano
La FAI – Conftrasporto, tramite il proprio Studio legale, ha inoltrato una diffida al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e all’assessora alla Mobilità, Arianna Censi. La Federazione degli Autotrasportatori Italiani chiede la sospensione della delibera di Giunta che impone ai mezzi pesanti l’obbligo dei sensori, per il cosiddetto angolo cieco, per poter continuare a circolare all’interno dell’Area B – praticamente tutto il territorio della città – dal 2 ottobre.
La Federazione, che da sempre pone la sicurezza e la legalità come assolute priorità del proprio operato, ritiene tale provvedimento illegittimo sotto il profilo giuridico, inefficace relativamente all’obiettivo prefissato di miglioramento della sicurezza stradale, pesantemente vessatorio nei confronti del settore autotrasporto.
Nello specifico, dal punto di vista normativo, il Comune di Milano obbliga a installare un dispositivo che l’Europa renderà obbligatorio a luglio 2024 solo per i veicoli nuovi, non ancora regolamentato dal nostro Codice della Strada, pertanto non omologabile, generando confusione e incertezza nei destinatari del provvedimento, che non hanno indicazioni precise sui dispositivi da installare, e che stanno ricevendo preventivi dai venditori di tali apparati a costi esorbitanti.
Per quanto riguarda la sicurezza, la FAI considera sbagliato e, quel che è peggio, non corrispondente allo scopo, affrontare un problema così impattante sull’incolumità e la salute pubblica senza un ragionamento complessivo sulla mobilità milanese, che garantisca una convivenza sicura fra autoveicoli e biciclette attraverso la messa in sicurezza delle piste ciclabili; con attività di controlli a tappeto sulle strade e tolleranza zero verso chiunque non rispetta le più elementari regole e comportamenti mettendo a repentaglio la propria e altrui incolumità; soprattutto, con una seria campagna di informazione e formazione per tutti gli utenti della strada sulle norme e i pericoli della circolazione, in particolare per gli utenti più deboli, come fanno negli altri Paesi europei.
In assenza di tali interventi, questa delibera si configura unicamente come l’ennesimo atto di un’amministrazione milanese che continua nella sua campagna di pervicace vessazione del comparto dell’autotrasporto, già oggetto di divieti, limitazioni e balzelli di ogni genere, che non tengono conto del fondamentale ruolo svolto dalla categoria per la vita economica e sociale della città e dei suoi cittadini, dei suoi esercizi commerciali, dei cantieri (anche pubblici, come le nuove linee della metropolitana) e di tutte le attività che rendono Milano una delle più importanti città europee.