Meloni e il no al diktat UE: l’Italia si ribella, gli altri si uniscano

L’Italia, con il suo nuovo Governo, dichiara apertamente guerra alla volontà della Commissione europea di stoppare dal 2035 le vendite di veicoli con motori termici. Un passo importante e coraggioso, quello compiuto dal premier Giorgia Meloni, che ora può fare da battistrada ad altri Paesi del Vecchio continente che aspettavano solo che qualcuno facesse la prima mossa. Bruxelles è avvisata.

 

“Non considero ragionevole la scadenza del 2035 per l’addio ai motori a combustione, che considero profondamente lesiva del nostro sistema produttivo. C’è una convergenza trasversale a livello nazionale e intendo usarla per porre la questione con forza”. Poche, ma ficcanti le parole del premier, e un bravo al collega di “Radiocor” che l’ha sollecitata su questo tema proprio in chiusura della lunga conferenza stampa di fine anno. E che botto!

 

La strada della ribellione è dunque aperta e le frasi di Giorgia Meloni rendono ancora più incisiva la richiesta di UNEM, con il suo presidente Claudio Spinaci, di rivedere i parametri di misurazione delle emissioni dei veicoli, finora calcolate attraverso un metodo incompleto e premiante solo per l’obiettivo che la Commissione UE intende raggiungere: imporre in Europa la sola mobilità elettrica dal 2035.

 

L’attacco del premier italiano si aggiunge alle numerose prese di posizione contro il piano “Fit for 55”, così come è stato presentato e varato. Le voci contrarie crescono e coloro che ritenevano di aver vinto a mani basse, ora cominciano a tornare sui loro passi e a palesare non poco nervosismo

 

Insomma, se Akio Toyoda, ad di Toyota, ha parlato di “maggioranza silenziosa che, all’interno dell’industria automobilistica, non crede che i veicoli elettrici siano il futuro”, ora – grazie a Giorgia Meloni – c’è chi comincia a contestare con veemenza le scelte ideologiche di Bruxelles, oggetto di forti pressioni lobbistiche di vario genere, e a impugnare una decisione che rischia di mandare a gambe all’altra l’eccellenza europea automotive. È solo il primo passo e, come abbiamo detto più volte, la situazione è cambiata: a soffiare forte è il vento del buon senso.

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