Marziani UE + Elettrico + Euro 7 = auto e camion nel caos

A Bruxelles, a comandare, ci sono dei veri “marziani”. Non contenti di aver imposto per il 2035 il “tutti in elettrico”, costringendo i costruttori di vetture a imponenti investimenti, diciamola tutta, alla cieca, viste le incertezze che permangono su questa scelta e le velocità diverse in cui procedono i vari Paesi in quella direzione, ecco piombare sul settore – e di riflesso sui consumatori – la tegola Euro 7.

I nuovi severissimi standard sui limiti alle emissioni inquinanti saranno in vigore dal primo luglio 2025, per auto e furgoni, e dal primo luglio 2027, per bus e mezzi pesanti. Limiti molto ma molto ambiziosi da raggiungere in tempi fuori dalle più elementari logiche che – se confermati – costringeranno i costruttori a rivedere le strategie di investimento, proprio quello che il comparto sperava di non dover fare.

Siamo al paradosso: da una parte, la Commissione UE spinge per la sola mobilità elettrica; dall’altra, impone di rivedere, attraverso i nuovi standard Euro 7, tutti i limiti inquinanti delle attuali motorizzazioni. Ma come? Si chiedono a giusta ragione i capi dei colossi automobilistici e dei veicoli industriali? Devo stanziare altri miliardi e miliardi per l’Euro 7 quando so già, se le cose non dovessero cambiare, che dopo qualche anno i veicoli con tale omologazione non potranno essere più prodotti e venduti. Dei veri geni della coerenza. Intanto, per le auto si prevede già da ora un impatto tra i 90 e i 150 euro sui costi di listino e intorno ai 2.600 euro per bus e camion. Che si aggiungono ai rincari determinati dall’innalzamento dei costi energetici e dalla scarsità dei semiconduttori sul mercato.

 

Ancora una volta, Bruxelles non ha voluto ascoltare le istanze dei costruttori, un po’ il concetto espresso poco tempo fa da Carlos Tavares, ad di Stellantis, che proprio per questa ragione (l’essere ignorati dalla politica) ha deciso di uscire da ACEA, l’Associazione europea delle Case automobilistiche, ridotta ormai a lamentarsi di situazione ormai avviate, come ha fatto il presidente Oliver Zipse che ha palesato le sue serie preoccupazioni, precisando che “l’industria automobilistica prende molto seriamente il suo ruolo di ridurre sia la CO2 sia le emissioni inquinanti, ma purtroppo, il beneficio ambientale della proposta della Commissione è molto limitato, mentre aumenta pesantemente il costo dei veicoli”.

Una nuova mossa, quella dei “marziani” di Bruxelles, che rischia di indebolire ulteriormente l’industria dell’auto europea, costretta a ripensare i suoi piani con, alla fine, il pericolo di rallentare l’innovazione verso l’auto elettrica, a tutto vantaggio dei concorrenti cinesi dalle mani libere e da un potenziale economico senza pari. Quindi, grazie a Ursula (von der Leyen), Frans (Timmermans), Jan (Huitema) & compagnia cantante per continuare a remare contro gli interessi europei. E grazie anche dai consumatori che saranno sempre più discriminati dai prezzi delle vetture. Non bastava l’auto elettrica…

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