L’Urus e la tragedia di Casalpalocco: ma i colpevoli sono gli irresponsabili e i “social-killer”

E poi dicono che i ragazzi di oggi se ne fregano della passione e non “sentono” vibrare dentro l’emozione che scatena il rombo di un motore. Insomma, giovani con il pensiero rivolto solo ai social (nel bene e purtroppo spesso nel male), agli smartphone e, per essere, di tendenza anche bacchettoni sulle auto tradizionali. Dicono, dicevo. La verità, però, è un’altra. Basta accendere il motore, ad esempio, di una Lamborghini Urus per di più nella versione Performante per dimostrarlo. Il SuperSuv mi ha fatto compagnia per qualche giorno, in occasione del recente MIMO 2023 e della tradizionale «Journalist parade» in autodromo a Monza: tre-quattro giri di pista (passaggio sulle vecchia parabolica incluso) insieme a tanti altri modelli, tra super e hypercar, ma anche vecchie glorie e novità fresche di lancio.

Ebbene, fin dall’accensione del motore sotto casa mia, è stato un continuo chiedermi di far cantare il 4.0 V8 da 666 cavalli e 300 orari di velocità. Fino all’autodromo sono un’ottantina di chilometri nel pieno rispetto delle regole, ma con l’accortezza, di inserire la modalità «Sport», a ogni passaggio in prossimità dei gruppi di persone. La reazione: mano allo smartphone, selfie, video e pollice alzato.

 

È l’entusiasmo che sa scatenare l’Italia dei motori, che sia di Sant’Agata Bolognese, come in questo caso, di Maranello o di Modena. Ma il bello deve ancora arrivare: dall’imbocco del vialetto nel parco di Monza fino al paddock dell’autodromo, la sensazione è quella di accompagnare una star del cinema. E sono soprattutto i giovani, tanti, che si recano al MIMO a riprendere la nostra «belva» e a chiedere di farla ruggire. Quindi, la pista, in colonna, sotto la tribuna centrale. E l’emozione sale.

 

Quando ho descritto questa esperienza c’è chi mi ha criticato, accusandomi di dare un cattivo esempio, in quanto l’ho vissuta al volante del SuperSuv protagonista – incolpevole (lui) – del drammatico incidente di Roma-Casalpalocco costato la vita a un bimbo di 5 anni: la Smart Forfour su cui si trovava con la mamma e la sorellina, entrambe rimaste ferite. è stata investita dall’Urus lanciato a una velocità superiore a quella consentita su quel tratto. Alla guida un “youtuber”, ora nei guai fino al collo, impegnato in una sfida scriteriata sul canale “The Borderline” e, con lui, altri giovani che avranno tutto il tempo tempo per riflettere su questi atti di irresponsabilità.

 

Il SuperSuv di Lamborghini è sì potente, ma basta avere la testa sulle spalle per farlo marciare come una vettura qualsiasi. Non è sua la colpa, dunque, ma di chi lo guida per gioco e, a monte, di chi non ha educato questi ragazzi a una vita responsabile. Una tragedia simile può capitare sia a una vettura molto potente sia a un’utilitaria lanciata a tutta velocità. È chi siede alla guida che deve essere responsabilizzato. Peccato che – come in altre occasioni – solo dopo una tragedia si cerchi di correre ai ripari. Certi veicoli non possono essere affidati a bulletti desiderosi solo di mettersi in mostra e fare soldi, sfidando la sorte alla roulette russa, infischiandosene di tutto e di tutti. Il nuovo Codice della strada segnerà un importante cambio di passo, ma occorre che ci sia più controllo e più rigore in generale, anche e soprattutto sui social. E che i genitori facciano i genitori, dando il buon esempio.

Recommended Posts