L’autocritica di De Meo (ACEA): “A Bruxelles gruppo di estremisti dell’elettrico”

di Carlo Fidanza, europarlamentare

 

“A Bruxelles c’è un gruppo di estremisti dell’elettrico che non si rende conto – o non vuole farlo – di quanto il futuro sia complesso”. Sono sacrosante le parole del presidente di ACEA e ad di Renault, Luca De Meo. È proprio così: le politiche ambientali dell’UE sono fino ad oggi state orientate e gestite da “estremisti dell’elettrico” dal commissario Frans Timmermans, che hanno impostato tutti i provvedimenti di questa legislatura europea su questa unica tecnologia.

 

Il tutto violando costantemente il principio di neutralità tecnologica e consegnandoci mani e piedi alla Cina. Lo hanno potuto fare anche perché tra le grandi Case costruttrici di auto è prevalsa la scelta di assecondare il mainstream, per compiacenza o per esigenza di alcuni di ripulirsi da vecchi scandali.

L’autocritica del presidente De Meo è onesta e salutare e ci auguriamo possa essere d’aiuto per riportare razionalità, gradualità e – appunto – neutralità tecnologica nel processo di decarbonizzazione dei trasporti. Sul piano politico, la nostra delegazione europea così come il nostro Governo si battono da tempo con coraggio su questi temi e continueranno a farlo, a difesa di cittadini, imprese e lavoratori.

 

Ma ecco le affermazioni di De Meo: “Non bisogna limitarsi alla foto del futuro, ma guardare il video: solo così si capisce il percorso che le nuove tecnologie dovranno compiere nei prossimi anni. E ACEA ha mancato di coraggio nel comunicare le alternative all’elettrico e nello spiegare come gli efuel, ad esempio, potrebbero da subito essere disponibili”.

 

La Cina fa la parte del leone sul mercato mondiale delle auto elettriche perché terre rare, cobalto e altri elementi necessari per la costruzione delle batterie sono nelle mani di Pechino. Anche i costi di produzione dell’energia sono diversi perché: in Europa gli standard devono essere ecocompatibili, mentre in Cina si utilizza ancora il carbone, non ci sono limiti di inquinamento e il costo del lavoro inferiore. È come giocare a calcio in 11 contro 15″.

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