Infrastrutture: persi in passato 77 miliardi di export per le carenze

di Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto-Confcommercio

 

Senza infrastrutture salta l’intermodalità, sale l’inquinamento, si blocca l’export. Sono dunque da apprezzare le nuove misure del Governo per lo snellimento degli appalti e l’inserimento delle opere prioritarie nella lista delle azioni urgenti da intraprendere. Penso, ad esempio, al ricorso agli appalti integrati, che pongono in capo allo stesso soggetto sia il progetto che la realizzazione dell’opera. E ricordo come, secondo un recente studio, l’Italia abbia perso 77 miliardi di export proprio per la mancanza di infrastrutture.

Una carenza cui si sommano i limiti al passaggio dei Tir italiani al Brennero e l’ipotesi di chiusure “a corrente alternata” al Monte Bianco”. È bene ricordare che, secondo una stima dell’Ufficio Studi Confcommercio, se l’Italia potesse godere degli stessi livelli di accessibilità della Germania, misurata attraverso il logistic performance index della Banca mondiale, potrebbe contare su un incremento di PIL nell’ordine di 90 miliardi di euro l’anno.

D’altra parte, sempre secondo l’Ufficio Studi Confederale, risultati di simile entità (+70 miliardi di PIL) si potrebbero conseguire se tutte le Regioni italiane, in particolare quelle logisticamente più svantaggiate del Sud, potessero raggiungere la stessa accessibilità della Regione Piemonte, la più performante da questo punto di vista.

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