Il sindacato FIM: dal nuovo Governo subito una politica attiva sull’auto

di Ferdinando Uliano, segretario nazionale FIM CISL

 

Il nuovo Governo che si insedierà deve essere consapevole che senza un piano per la transizione industriale del settore automotive attivabile da subito, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza. Abbiamo speso quasi un anno con il passato Governo per ottenere un Fondo specifico, per una politica di reindustrializzazione del settore automotive che eviti un impatto occupazionale negativo di oltre 75.000 lavoratori nel comparto auto. Il Fondo stanziato è di circa 8 miliardi in 8 anni.

 

La crisi di Governo ci ha fatto perdere altri 4 mesi di tempo, per poter incidere sulle politiche di rilancio di uno dei settori più strategici della nostra industria. Restano tutte le incognite circa le intenzioni del futuro Governo rispetto al settore. Inoltre, nell’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico abbiamo ribadito come Fim Cisl che le risorse per gli incentivi alla domanda (acquisto di auto sostenibili), non dovevano attingere da questo Fondo. Questo per evitare che solo gli incentivi per l’acquisto di vetture sostenibili, indispensabili per incentivare l’acquisto di veicoli con un costo superiore del 50% (650 milioni per tre anni a partire dal 2022) sottraggano completamente le risorse per la reindustrializzazione.

 

Servono più risorse visto che la maggior parte delle Case automobilistiche ha anticipato gli obiettivi della conversione all’elettrico nel 2030 con una accelerazione dei processi di ristrutturazione. In questo quadro, dobbiamo immediatamente predisporre le modalità operative per scaricare a terra i Fondi stanziati, come FIM CISLl abbiamo proposto, come hanno fatto altri Paesi, di istituire un apposito comitato tecnico per indirizzare immediatamente le risorse necessarie per la reindustrializzazione del settore.

 

Le risorse per la reindustrializzazione devono essere utilizzabile subito per compensare le perdite causate dal cambio delle motorizzazioni, riducendo la distanza della catena del valore, con una politica di produzione e approvvigionamento, di tutta la componentistica che rappresenterà l’auto del futuro: dai semiconduttori, dalle batterie, ai componenti necessari per la motorizzazione elettrica, per la guida autonoma, per la digitalizzazione e la connettività.

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