Ginevra sarà un Salone “cinese”: altro regalo e perdita di contatto con la realtà per i big europei

L'editoriale di Pierluigi Bonora

Al ritrovato, dopo 4 anni, Salone internazionale dell’auto di Ginevra, in programma dal 28 febbraio al 3 marzo 2024, a tenere alta la bandiera europea (e francese) del settore sarà principalmente il gruppo Renault guidato dall’italiano Luca De Meo. E gli altri? In buona parte (Stellantis, Volkswagen Audi, Volvo, Bmw, Mercedes-Benz e Ferrari) hanno dato forfait. Un’occasione d’oro per i big cinesi che, a questo punto, saranno i protagonisti assoluti della rassegna che, tra l’altro, vede snobbato anche il suo 100° anniversario.

 

Già ora l’organizzazione del Salone fa sapere che oltre il 70% delle adesioni è arrivato proprio dai colossi cinesi che, a quel punto, monopolizzeranno l’intera kermesse. In qualità di presidente di Acea, l’Associazione dei costruttori europei di veicoli, sarà interessante conoscere il pensiero di Luca De Meo sulla «cinesizzazione» anche di quello che, fino all’annullamento forzato nel 2020 a causa della pandemia e gli stop delle edizioni successive, era considerato il più importante e irrinunciabile Salone dell’auto nel mondo.

 

Prove generali di «cinesizzazione» dei Saloni sono già avvenute con successo quest’anno, a Monaco di Baviera, in occasione dell’Exo dedicata alla mobilità, a Monaco di Baviera, e alla lussuosa kermesse di Doha, in Qatar, la cui organizzazione ha stabilito un asse con Ginevra. In Baviera, inoltre, per la prima volta fuori dai confini nazionali, le varie associazioni cinesi hanno organizzato il loro congresso su transizione ecologica e tecnologie automotive. Un segnale di forza, ma anche di sfida.

Porte spalancate in Europa anche per i Saloni, dunque. in particolare quello di Ginevra dove i top manager dei gruppi mondiali illustravano strategie e lanciavano dagli stand le anteprime. Il testimone passa ai concorrenti cinesi (e vietnamiti) che porteranno al Palexpo ginevrino le loro novità elettriche, ma anche anche con quelle equipaggiate con motori endotermici, gli stessi che da sempre rappresentano il fiore all’occhiello dell’industria europea.

 

Indubbiamente sono stati bravi ad attingere il meglio del know how occidentale, grazie agli accordi con i costruttori europei) e chiamare, lautamente retribuiti, i migliori stilisti, soprattutto italiani, a disegnare i modelli attuali e futuri. Ignorare una rassegna centrale per l’Europa come quella di Ginevra per snobismo, campanilismo o per risparmiare significa allontanarsi ulteriormente dalla realtà e soprattutto dalla gente comune, la stessa che avrà modo di apprezzare i modelli asiatici, non solo elettrici, soprattutto nei prezzi.

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