Fondi “green” per auto aziendali sbloccati: ma non sia una presa in giro

di Michele Crisci, presidente di UNRAE

 

A distanza di ben 2 mesi dall’approvazione, è stato finalmente pubblicato in “Gazzetta Ufficiale” il DPCM del 4 agosto scorso, un passo necessario per sbloccare l’utilizzo dei fondi destinati agli incentivi per le auto a zero o bassissime emissioni anche da parte delle aziende di noleggio a lungo termine. Ora però – in modo assai sorprendente – sembra emergere una interpretazione estremamente restrittiva del provvedimento, secondo la quale i fondi destinati al noleggio non sarebbero altri che quelli precedentemente stanziati per il car sharing, e a oggi largamente inutilizzati, che però ammontano a soli 20 milioni di euro, appena il 5% del totale per un canale che normalmente assorbe il 20% dei volumi di vetture che beneficiano degli incentivi.


Questa interpretazione svilisce enormemente la portata del provvedimento e non corrisponde affatto alle aspettative del settore, lasciando del tutto irrisolto il problema del pieno utilizzo dei fondi. Voglio augurarmi che al più presto possa essere trovata una soluzione efficace, anche in via interpretativa, che consenta un’ampia e completa operatività al comparto, potendo beneficiare di quanto stanziato per promuovere la diffusione
di veicoli a basse emissioni.

La forte flessione della quota di auto plug-in scese a settembre al 4% (la seconda più bassa dell’anno) e l’appiattimento di quella delle  elettriche pure al 4,5% (dimezzando quasi l’8% di settembre 2021), è un chiaro indice del definitivo esaurimento dell’effetto incentivi 2021 e del fatto che gli incentivi 2022 non siano ancora a pieno regime dopo 3-4 mesi dall’attivazione della piattaforma.


Guardando all’immediato futuro auspico che possa insediarsi al più presto il nuovo Esecutivo, al quale assicuriamo la nostra disponibilità a collaborare e a portare la nostra esperienza a supporto del delicato processo di decarbonizzazione del trasporto passeggeri e merci.


I temi che UNRAE si augura entrino nell’agenda del nuovo Governo per consentire al settore automotive di accelerare nel percorso di transizione, vertono su tre assi principali: in primo luogo un robusto stimolo al rinnovo di un parco circolante molto anziano che causa conseguenze drammatiche in termini ambientali e di sicurezza stradale. Occorre, poi, accelerare l’infrastrutturazione di tutto il territorio nazionale con punti di ricarica pubblici e privati, indicando chiaramente tempi, luoghi, tipologie di colonnine da installare e soggetti incaricati di gestire gli investimenti. Infine, una revisione strutturale della fiscalità che pesa sul settore, sia nei confronti dei privati sia delle aziende. Il tutto – conclude –
facendo salve le esigenze di equità sociale e di coesione territoriale.

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