Le elezioni europee sono alle spalle e ora le forze in campo, quelle uscite vincitrici dalle urne lo scorso giugno, sono chiamate a rispettare il voto espresso dai cittadini. Sembra tutto facile e banale, una pura formalità, come dovrebbe essere. Ma quello a cui si è assistito fino a ora, in attesa della definizione dei nuovi organismi di governo, lascia sconcertati.
Sono uscite sconfitte Germania e Francia, i Verdi sono stati ridimensionati. La volontà degli elettori è stata chiara: questa Europa necessita di una svolta e chi ha governato in questi anni deve andare a casa.
Invece no, come si è visto: Berlino e Parigi fanno finta di niente, il presidente della Commissione UE, la tedesca Ursula von der Lyen, seppur faccia parte del PPE, partito uscito vincitore, avrebbe dovuto per dignità ritirarsi e godersi la famiglia.
No, invece. Ursula, pur di arrivare a una “maggioranza-accozzaglia” che garantisca la governabilità guarderebbe anche ai Verdi, i padri padroni della demagogia e dell’ideologia, tra “Fit for 55” e “tutti in elettrico”, case green, ecc. E sempre i Verdi hanno fatto sapere di non aver alcuna intenzione di fare passi indietro sui loro piani sfascia economia (ban dei motori endotermici dal 2035 in primis).
Ma ora è arrivato il momento della verità, quello in cui sia Ursula von der Lyen, se nuovamente presidente, e Mafred Weber, presidente del potente Partito popolare europeo che annovera anche Forza Italia, rispetteranno alla lettera quanto affermato e promesso prima del voto.
Il tedesco Weber prima del voto: “Se il mio gruppo riuscirà a ottenere la maggioranza annulleremo il divieto sui motori a combustione approvato in questa legislatura (quella passata, ndr)”.
E ora Ursula von der Leyen: “Esiste una proposta congiunta della Commissione e del Consiglio UE per dare un ruolo speciale ai carburanti sintetici. Spesso viene dimenticato, ma nel 2026 ci sarà una revisione per assicurarsi che ci sia un’apertura tecnologica. La clausola servirà anche a garantire la possibilità di scelta per i consumatori e, per le imprese, di decidere su cosa investire e su quale sia per loro la mobilità del futuro”.
Complimenti Ursula: già avete messo in piedi un casino incredibile, obbligando le aziende a investire in qualcosa – l’auto elettrica – che si sta rivelando sempre più un piacere ai cinesi e non così benvoluta dai mercati, con la conseguenza grave che le stesse Case – colpevolmente – hanno cominciato a credere sempre meno sul loro punto di forza storico: le motorizzazioni endotermiche. Altro favore ai cinesi che hanno allargato gli orizzonti anche su queste tecnologie con il classico effetto a tenaglia sui concorrenti europei. Altro che dazi.
Attenzione, quindi, rimangiarsi promesse e dichiarazioni sarà molto pericoloso. L’elettore non dimentica e l’Unione Europea sarà sempre più una (Dis)Unione europea. Con tutti i rischi ne possono derivare. Restiamo in attesa. Non tradite.