
di Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti ANFIA
Nel 2022 le esportazioni della componentistica italiana proseguono il trend di crescita avviato nel 2021 accelerando soprattutto nella seconda parte dell’anno. Il valore dell’export è risultato in aumento verso tutti i maggiori Paesi dell’area UE+EFTA+UK, a eccezione di Danimarca (-11,6%), Portogallo (-0,1%) e Svezia (-11,2%). La Germania si conferma primo Paese di destinazione dell’export per un valore di 4,98 miliardi di euro (+11,6%) e una quota del 21,2% sul totale esportato.
Fuori dall’UE, il Regno Unito – verso il quale le esportazioni aumentano dell’11%, con il 5,6% di quota sul totale esportato – mantiene il primato per saldo positivo della bilancia commerciale (poco più di 1 miliardo di euro), mentre si registrano cali nell’export di componenti verso Russia (-53,4%), Cina (-14,8%), Stati Uniti (-4,7%) e Brasile (-9,3%). Nonostante i segnali di ripresa, i rincari dei prezzi di energia e gas – solo in parte compensati da misure governative di sostegno – il prosieguo della crisi delle materie prime e l’allentamento solo parziale di quella dei semiconduttori, insieme ad altri fattori di instabilità legati al conflitto Russia-Ucraina, hanno continuato a pesare sulla filiera produttiva italiana, non ancora tornata ai livelli pre-pandemia.
Riguardo all’anno in corso, c’è da dire che l’attuale rallentamento dell’economia tedesca – vista la rilevanza della Germania per la componentistica italiana – potrebbe raffreddare un po’ i dati attesi per le esportazioni 2023. In questo complesso contesto, prosegue la sfida della transizione energetica che impone alle aziende della componentistica importanti investimenti in innovazione e informazione, tra chi si trova ad adattare o a riconvertire la produzione, chi si apre alla diversificazione produttiva e a nuovi mercati e chi, invece, cavalca il trend dell’elettrificazione della mobilità sfruttando il proprio specifico know-how.
È fondamentale che questo delicato processo possa contare sul sostegno di un piano di politica industriale di medio periodo che, guardando al 2030, aiuti le imprese con strumenti in grado di mitigare gli sforzi economici e l’impatto sociale legati alla trasformazione. ANFIA prosegue la collaborazione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy per definire al più presto questo piano e per il raggiungimento di un valore-soglia di autoveicoli prodotti adeguato alle dimensioni della filiera e capace di stimolare ulteriormente gli investimenti in innovazione e la reattività dell’indotto ai nuovi paradigmi tecnologici.