di Roberto Vavassori, presidente di ANFIA
Ulteriore progresso del mercato auto europeo, che ad agosto registra un nuovo rialzo a doppia cifra (+20,7%), raggiungendo così il tredicesimo segno positivo consecutivo. Anche valutando la ridotta significatività del mese di agosto, per i tradizionalmente bassi volumi, la maggior parte dei mercati europei realizza nel mese incrementi a due
cifre, compresi quattro dei cinque major market (incluso UK): +37,3% la Germania, +24,4% il Regno Unito, +24,3% la Francia e +11,9% l’Italia, mentre la Spagna contiene la crescita a +7,8%.
I major market detengono una quota pari al 67,3% del mercato totale nel mese e, nel complesso, registrano un aumento delle immatricolazioni del 26,1%. Il cumulato degli otto mesi chiude a poco più di 8,5 milioni di unità immatricolate (+17,9% su gennaio-agosto 2022), ancora distante (-21,4%) dai livelli pre-pandemia del 2019, che superavano i 10,8 milioni di unità.
Per quanto riguarda le discussioni in corso circa l’approvazione dei nuovi standard Euro 7 proposti dalla Commissione, la riunione dei rappresentanti dei 27 Stati membri ha esaminato un’ulteriore proposta di modifica, avanzata dalla Presidenza spagnola, nell’intento di portare a positiva conclusione un iter certamente non semplice, ma fondamentale per il futuro della mobilità in Europa.
Ricordiamo che il Coreper ha discusso un’altra bozza di testo sui nuovi standard Euro 7 proposti dalla Commissione europea per i veicoli leggeri e pesanti, con un voto sul testo previsto al Consiglio europeo del 25 settembre. Secondo ANFIA la proposta Euro 7, così come formulata inizialmente dalla Commissione, rischia di essere estremamente gravosa per la filiera, sia per le tempistiche di applicazione, che per il cambio di metodologia di prova previsto per i veicoli pesanti e per i prospettati limiti emissivi di alcuni inquinanti.
Riteniamo quindi necessaria una profonda rivisitazione del testo, a partire dal mantenimento, per i veicoli leggeri, degli stessi standard previsti dal regolamento Euro 6 per non distogliere investimenti dall’elettrificazione.