Elettriche in caduta libera: decide il mercato, non la politica

Cosa succede all’auto elettrica? Nonostante i fondi residui come incentivi (al 6 ottobre scorso poco meno di 164 milioni per le elettriche pure e oltre 192 milioni per le ibride con spina, a fronte del «tutto esaurito» da tempo dei sostegni per le alimentazioni tradizionali) è chiaro che a impattare sulle scelte dei consumatori restano i timori legati alle bollette; i listini sempre elevati anche a causa di un’offerta prevalentemente premium e lontana dalle capacità reali di spesa; la carenza di colonnine di ricarica elettrica; e le incertezze politiche ed economiche che si ripercuotono sul mercato.

E così si presenta questo significativo scenario. In settembre guizzo di benzina (+15,6%) e Diesel (+6,4%); bene le ibride senza spina (+23,6); crolla invece la richiesta di elettriche (-40,2%) ed è in calo anche quella delle ibride con spina (-29,1%). A questo punto si delinea, alle porte di un periodo dell’anno che si prospetta difficilissimo, l’orientamento degli italiani nel momento in cui hanno concluso (nonostante la scarsa disponibilità di modelli) l’acquisto di un nuovo veicolo. Un mercato, quello del mese scorso, che per il secondo mese consecutivo segna una crescita (+5,4%), ma che da inizio anno continua a essere in sofferenza (-16,3%).

Ha dunque ragione Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, quando afferma che “i numeri dimostrano chiaramente come i percettori di redditi bassi non possono permettersi soluzioni ecologiche avanzate”. Una chiara risposta anche alle imposizioni di una politica, soprattutto a livello UE, preda di dannose ideologie e priva di buon senso.

A entrare in gioco, inoltre, sono anche i divieti di accesso alle città (il caso Milano, fa scuola) anche per i veicoli di recente omologazione. L’obbligo, sempre nella Milano del sindaco “radical-chic” Beppe Sala, di far pagare il ticket per l’Area C anche alle auto ibride senza spina, con emissioni sopra i 100 grammi per chilometro di CO2, potrebbe spingere i consumatori a evitare un segmento che riscontra dati in crescita. E per il mercato sarebbe un ulteriore duro colpo.

 

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