Corsa all’elettrico: dai tagli Ford al futuro dei sindacati

Ci siamo: la corsa sfrenata dei costruttori all’auto elettrica e, gara nella gara, a inseguire i risultati della concorrente Tesla, comincia a costare posti di lavoro. Per ora accade soprattutto negli Usa, ma presto il problema avrà dimensioni ben più ampie. E per i sindacati si preannuncia un carico di lavoro non indifferente, a partire dall’organizzazione americana Uaw alle prese con i 3mila licenziamenti decisi da Ford Motor Company e comunicati tramite lettera ai dipendenti. A firmarla il presidente esecutivo Bill Ford e l’ad Jim Farley.

Le motivazioni del provvedimento: la necessità di cambiare e rimodellare tutti gli aspetti produttivi, ridistribuire le risorse e affrontare la struttura dei costi che non è competitiva rispetto ai concorrenti tradizionali e a quelli nuovi, riorganizzare e semplificare le varie funzioni, generare più entrate attraverso i servizi digital e per la connettività legati all’elettrico. I prezzi alle stelle di batterie, materie prime e spedizioni rendono il periodo ancora più pesante.

In questa situazione problematica si inserisce anche il timore dei sindacati in vista di un futuro piuttosto nebuloso proprio a causa delle trasformazioni in atto nel mondo automotive. Il 2023, tra l’altro, sarà l’anno delle trattative per il rinnovo del contratto per le attività nordamericane di Ford, Gm e Stellantis i cui dirigenti si dovranno confrontare con il sindacato United Auto Workers. I negoziati si preannunciano già ora non facili. Lo stesso sindacato Uaw, inoltre, con la crescita degli impianti per batterie e software, teme di perdere la presa sul settore, cioè di veder crescere gli stabilimenti non sindacalizzati nel Paese. E lo stesso può accadere in Europa.

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