Chi vuole l’auto elettrica? Di sicuro chi non se ne intende

di Cristiano Donelli, Policy Advisor al Parlamento Europeo

Ho avuto l’opportunità di partecipare a Bruxelles al meeting annuale di ACEA, l’associazione europea dei produttori automobilistici, e all’interno di un piacevole evento si staglia la grande differenza e anche distanza forse insanabile tra chi legifera con la foga dell’ideologia e chi fa le cose per il bene delle aziende, dei lavoratori e di conseguenza delle persone che si spostano.


Una delle curiosità della serata era quella di vedere che faccia tosta avessero i rappresentanti della Commissione Europea per presentarsi, come da programma degli interventi, e provare ad arrampicarsi sugli specchi per giustificare il danno che stanno deliberatamente da anni facendo verso il settore automotive, nonché verso l’economia e verso la società in generale.

Sarebbe dovuto essere presente il pasdaran della rivoluzione green europeista che tutto travolge in nome della cieca ideologia, il vicepresidente delegato al “Green Deal” della Commissione Europea, Frans Timmermans, ma guarda caso ha fatto sapere che proprio in quel momento dell’intervento avrebbe dovuto improvvisamente incontrare il segretario generale della Nato, un altro bravo ragazzo con sede a Bruxelles con cui si intende per certo.

Hanno scelto allora per sostituirlo nell’improbo e vergognoso compito la figura di un “utile idiota” del suo gabinetto che usava il solito teatrale sgangherato entusiasmo e con un certo pelo sullo stomaco ha affermato che i produttori e i consumatori sono tutti determinati verso le emissioni zero, come se si mangiasse di quello, e vogliosi di arrivare alla mobilità del futuro tutta elettrica.

Non poteva mancare l’assurdità del momento che prova senza successo a placare l’ira del settore, uno dei più grandi in Europa: potete produrre ancora il motore termico ma non deve fare emissioni, dicono, avete capito bene il tenore dello sfottimento gratuito che mettono in campo, salvandosi dalla verdura sul palco solo perché al mondo c’è ancora tanta gente ben educata.

Per fortuna che ora a capo del settore automotive europeo c’è Luca De Meo, forse l’unico vero erede di Sergio Marchionne che come sempre fa va diretto al punto e così ha salutato i presenti per farsi capire bene: “La mia opinione è che non si debba progredire solo con normative su normative che blocchino i possibili sviluppi del nostro mondo, ma ci vuole piuttosto una visione di futuro lungimirante e sostenibile che coinvolga prima di tutto l’industria automotive. Bisogna ascoltare veramente chi se ne intende, in cambio si avrà una strategia chiara e onesta che punta al futuro ma allo stesso tempo sia realizzabile, possibilmente mantenendo fatturati e posti di lavoro di qualità in Europa.” Chapeau! Viva il motore a scoppio, l’auto elettrica compratela voi!

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