Ecobonus 2024: si capirà il gradimento alle varie declinazioni

Incentivi 2024: capiremo il reale gradimento del mercato italiano

di Massimo Artusi, presidente di Federauto

 

Le modifiche all’ecobonus, con il rinnovo della misura per il 2024, sono attese da mesi e sono convinto che il mercato – così come i concessionari e i costruttori – utilizzeranno rapidamente queste risorse, il cui ritardo ha certamente frenato il rinnovo del parco circolante. Insisto su questo punto, perché in questa fase la priorità, più che inseguire chimere ideologiche di lungo periodo, è quella di ridurre OGGI l’impatto ambientale in termini di inquinanti e di climalteranti, senza dimenticare il contemporaneo miglioramento della sicurezza che un parco circolante più moderno genera sulla circolazione stradale.


Gli incentivi dell’ecobonus 2024, peraltro, sono attesi anche per comprendere il gradimento del mercato alle varie declinazioni delle alimentazioni e ricavarne un’indicazione per i futuri passi da compiere sull’accidentata strada della decarbonizzazione. Resta, tuttavia, evidente che un’incentivazione saltuaria, come quella in atto, è solo un perenne laboratorio di sperimentazioni, anziché il quadro di sostegni strutturali efficaci di cui ci sarebbe bisogno per accompagnare il mercato degli autoveicoli in questa difficile transizione.

 

Quello che è, infatti, necessario e urgente è l’avvio di una riforma fiscale che agevoli stabilmente le vendite di veicoli nuovi, ridando contemporaneamente spazio a un mercato dell’usato sul quale in questo modo verrebbero immessi veicoli di fabbricazione più recente e, dunque, contribuendo anche su quel versante a mgliorare le condizioni dell’ambiente e della sicurezza.

Per raggiungere effettivamente entrambi questi risultati, però, ci vogliono anche misure più coraggiose. Generalmente non ci piacciono le misure cosiddette “disincentivanti” che spesso rischiano di punire inutilmente il mercato. Ma di fronte alle sfide che ci si presentano davanti, è necessario anche scoraggiare la circolazione di mezzi troppo vecchi, inquinanti e insicuri. Mantenerli sulle strade non significa far risparmiare i loro proprietari, ma far pagare alla collettività il duro prezzo della loro sopravvivenza.

Decreto incentivi: bene la conferma dei bonus per i retrofit GPL e metano

Decreto incentivi: bene la conferma dei bonus per i retrofit GPL e metano

di Andrea Arzà, presidente di Assogasliquidi-Federchimica

 

Nel decreto Ecobonus confermati gli incentivi al retrofit per convertire le auto a GPL e metano. Negli ultimi anni non abbiamo mai smesso di segnalare alle istituzioni la necessità di sostenere il mercato delle trasformazioni a GPL e metano, credendo fortemente nell’utilità di questa iniziativa per i suoi risvolti ambientali, sociali ed economico-industriali.

 

Oggi ringraziamo il MIMIT per aver inserito una misura incentivante nell’ecobonus e ci auguriamo che il decreto possa essere presto operativo. I vantaggi di questo intervento saranno sia per i tanti consumatori che non possono permettersi l’acquisto di una nuova auto, nonostante gli incentivi per le nuove immatricolazioni, sia per l’industria italiana della componentistica e della distribuzione del Gpl che rappresentiamo e che è una eccellenza mondiale, sia infine per tutto l’indotto ossia le tantissime officine sparse in tutto il territorio nazionale.

 

Il decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy, che dopo la firma della presidenza del Consiglio dei Ministri e il vaglio della Corte dei Conti, dovrà essere pubblicato e accompagnato da atti amministrativi di attuazione con l’inserimento nella piattaforma Invitalia-Mimit, prevede un investimento pubblico di 10 milioni complessivi per introdurre incentivi per la trasformazione a GPL (400 euro) e metano (800 euro) di auto già circolanti a carburanti tradizionali con motorizzazioni dall’Euro 4 in su che andranno a esaurimento sino al termine del 2024.

Foto Andrea-Arzà_per-web da ufficio stampa Federchimica

Auto elettriche: valutazione incerta dopo solo 2 o 3 anni

Auto elettriche: valutazione incerta dopo solo 2 o 3 anni

di Roberto Scarabel, presidente di AsConAuto e vicepresidente di Federauto

In un contesto in cui l’età media del parco auto italiano è salita dai sette ai tredici anni emerge chiaramente che non tutti gli italiani sono diventati collezionisti di auto d’epoca, ma piuttosto che si trovano in difficoltà nell’acquistare veicoli nuovi. Negli ultimi vent’anni, infatti, il prezzo medio di un’utilitaria è passato da 10.000 a 25.000 euro e poiché il salario medio è aumentato solo del 37%, gli italiani hanno difficoltà ad acquistare il nuovo. A questo si aggiunge la difficile reperibilità di auto usate con tre/quattro anni di età che potrebbero agevolare la sostituzione del parco più anziano. Questa situazione è collegata anche ai temi della fiscalità delle Partite Iva ed alle percentuali di ammortamento delle vetture aziendali.

Le aliquote di ammortamento, fissate al 12,5% il primo anno e al 25% negli anni successivi, non si adattano alla realtà del mercato delle auto elettriche, la cui valutazione può essere incerta dopo solo due o tre anni. Adottando nuove politiche fiscali le aziende immatricolerebbero più auto con la conseguente immissione nel mercato di auto usate più ecologiche.

Un altro punto sul quale insiste da tempo AsConAuto è la necessità di innovare il parco auto, introducendo veicoli usati recenti, di tre anni, con standard Euro 5 o 6, che possano rispondere meglio alle esigenze attuali in termini di emissioni. Ma sarebbe importante incentivare il passaggio a classi energetiche superiori per coloro che non possono permettersi un’auto nuova, premiando il loro impegno verso una mobilità più sostenibile.

È sempre più necessario sottolineare l’importanza di controlli più severi nelle revisioni dei veicoli, per garantire che il parco auto invecchiato non comprometta la sicurezza sulla strada. L’invito è a una maggiore severità nelle revisioni per assicurare che veicoli con carenze, anche i fari appannati, non vengano lasciati circolare, mettendo a rischio la sicurezza di tutti.

Tecnologie a emissioni zero: ok alle quote di peso supplementari, ma occorre fare di più

Tecnologie a emissioni zero: ok alle quote di peso supplementari, ma occorre fare di più

di Benjamin Krieger, segretario generale CLEPA

Siamo impegnati nell’adozione di tecnologie a emissioni zero come parte di un approccio globale diversificato dal punto di vista tecnologico per i veicoli pesanti. Si tratta di un aspetto fondamentale per il settore dei veicoli pesanti e per l’ambizione dell’UE di raggiungere la neutralità climatica. Il Parlamento ha approvato importanti emendamenti per aumentare le tolleranze di peso per le combinazioni di veicoli con tecnologie di rimorchio a emissioni zero, sebbene siano necessari ulteriori miglioramenti per un’attuazione efficiente del regolamento.

Rendere disponibili le tecnologie per rimorchi a emissioni zero nel settore dei veicoli pesanti richiede gli incentivi normativi adeguati. L’industria ha bisogno di definizioni chiare di tali tecnologie e il loro potenziale deve essere evidenziato per eliminare qualsiasi ostacolo giuridico. Gli Stati membri dovrebbero affrontare questi elementi per ottimizzare il potenziale delle tecnologie a emissioni zero, tra cui un aumento del carico per asse per le combinazioni autocarro-rimorchio, il riconoscimento dei propulsori a idrogeno e l’uso delle suddette tecnologie di rimorchio con autocarri convenzionali per la riduzione delle emissioni a medio termine.

 

Federauto: Massimo Artusi nuovo presidente

Incentivi 2024: capiremo il reale gradimento del mercato italiano

Il Consiglio Generale di Federauto, tenutosi a Roma presso la sede Confcommercio Imprese per l’Italia, ha nominato all’unanimità nuovo presidente della Federazione, per il triennio 2024-2027, Massimo Artusi, della Romana Diesel Spa, la più grande concessionaria d’Europa dei Gruppi Iveco e CNH Industrial,  e componente del Board dell’associazione dei dealer europei AECDR (Alliance of European Car Dealers and  Repairers).

#FORUMAutoMotive nel ringraziare Adolfo De Stefani Cosentino, presidente uscente, per la disponibilità che ha sempre garantito, si complimenta con il suo successore Massimo Artusi, sicuri che porti avanti nel modo migliore, costruttivo e pragmatico il compito di salvaguardare il settore della distribuzione in un periodo caratterizzato da una forte incertezza.

 

Strategie: la nostra voce ai tavoli associativi e istituzionali

di Massimo Artusi, presidente di Federauto

 

Ringrazio tutti gli associati di Federauto per la fiducia accordatami e, in particolare, il presidente uscente, che in  questi anni ha svolto un’azione importante per il rilancio e la crescita della Federazione. Trovo una “macchina” ben rodata, con un telaio solido costituito dai collaboratori della Federazione,  e un motore affidabile e prestante costituito da tutti i nostri associati.

 

Intendo promuovere le attività di Federauto nel segno della continuità in questi tempi complessi per la nostra categoria, impegnata a misurarsi da una parte con le incertezze di un complicato processo  di transizione green per il comparto Automotive, dall’altra con l’evoluzione dei rapporti tra Dealer e Case  costruttrici.

 

Sono due sfide strategiche per il futuro delle nostre aziende che, non dobbiamo dimenticarlo, si  confrontano anche con nuovi modelli contrattuali di incerta prospettiva, mi riferisco all’introduzione del modello di agenzie e alla composizione dei margini. Per affrontare al meglio queste sfide, nello svolgimento del mio  compito, avrò sempre come stella polare l’unità di tutta la categoria a prescindere dalle dimensioni e, come  obiettivo strategico, l’ulteriore aumento della nostra presenza e del nostro ruolo nei tavoli associativi e istituzionali – italiani ed europei – per riaffermare ovunque la nostra insostituibile funzione tra la produzione e il mercato.

 

La squadra

Nel suo mandato, il nuovo presidente sarà coadiuvato da un Comitato esecutivo composto dai vicepresidenti  Plinio Vanini per il settore Auto, Maria Fiorentino per il settore Bus, Francesco Ascani con delega Amministrazione  e Finanza, Carlo Alberto Jura e Roberto Scarabel. Inoltre, in seno al Comitato esecutivo, oltre ad Adolfo De Stefani  Cosentino, che resterà come Past President, ci saranno anche Roberto Bolciaghi, Francesco Cazzani, Francesco  Maldarizzi, Sergio Tumino e Andrea Cappella delegato all’associazione europea AECDR. Il settore Truck&Van sarà  guidato ad interim dallo stesso Artusi.

 

 

MOTUS-E: Pressi (A2A) nuovo presidente

#FORUMAutoMotive 2024: Fabio Pressi (A2A e-Mobility)

Fabio Pressi è il nuovo presidente di MOTUS-E. Il manager torinese, CEO di A2A E-Mobility, è stato eletto dall’assemblea dei soci che si è tenuta a Roma e raccoglie il testimone di Massimo Nordio, Vice President Group Government Relations & Public Affairs di Volkswagen Group Italia, seguendo un principio di rotazione dei vertici associativi.

Entrato nel Gruppo A2A nel gennaio 2021 e componente del Consiglio direttivo di Motus-E dallo stesso anno, Pressi ha maturato un’esperienza ventennale in società di rilievo nazionale attive nei settori delle tecnologie al servizio della mobilità sostenibile. Pressi è docente della LUISS Business School.

Alla guida di A2A E-Mobility – società del Gruppo A2A e operatore dello sviluppo delle infrastrutture e dei servizi di ricarica per la mobilità elettrica con un approccio integrato – Pressi ha promosso diversi progetti, tra i quali l’introduzione dell’interoperabilità sulla rete di ricarica della società, l’elettrificazione del parco auto con l’installazione di circa 1.200 punti di ricarica in 90 sedi aziendali e l’innovativo progetto delle colonnine ‘di quartiere’ per i centri urbani.

#FORUMAutoMotive si congratula con il neo presidente di MOTUS-E,  Fabio Pressi, e gli augura buon lavoro nell’interesse di una mobilità futura scevra da ideologie e orientata agli interessi reali del mercato. Di seguito l’intervento di Fabio Pressi pronunciato poco dopo la sua nomina a presidente di Motus-E.

“Onorato e orgoglioso: insieme per guidare il cambiamento”

Le prime due parole che pensavo di dirvi a seguito della mia nomina sono “onorato” e “orgoglioso” di essere il Presidente di MOTUS-E. Mi rendo conto che queste siano parole scontate, spesso utilizzate nelle eco di innumerevoli discorsi e post di LinkedIn. Ma per come sono fatto io voglio andare oltre e condividere con voi un messaggio più autentico e fattivo.

Però iniziamo con i ringraziamenti, elemento imprescindibile in questa mia nuova avventura. Di fatto sono arrivato due anni fa e voglio esprimere il mio ringraziamento per l’accoglienza ricevuta da parte del Presidente, Massimo Nordio, del Segretario Generale, Francesco Naso, e di tutto il consiglio direttivo.

La mia “transizione all’elettrico”, provenendo da un settore completamente diverso, è stata un percorso intensivo di apprendimento, durante i quali ho dovuto immergermi completamente nel mondo nuovo. Sono ingegnere elettronico e quindi per me tutto quello sopra i 5V fino ad allora non esisteva.

Sono anche un Europeista convinto e nella mia carriera lavorativa sono partito da importanti progetti di ricerca in Europa sui temi di Smart Mobility prodromi oggi ai sistemi di ricarica elettrica. Sono entrato in punta di piedi in questo universo dinamico, ho subito percepito la necessità di portare un valore aggiunto concreto. E così, la prima iniziativa che ho promosso, considerando che il nostro gruppo lavorava sulla mobilità elettrica da un decennio, è stata l‘introduzione dell’interoperabilità sulla rete A2A. Questo concetto di “interoperabilità”, che in altri ambiti potrei paragonare al “roaming” telefonico, è diventato simbolico della mia visione e della direzione che intendo perseguire per MOTUS-E.

MOTUS-E rappresenta un “ecosistema” unico nel suo genere: siamo la prima associazione in Italia che unisce operatori industriali, il mondo automotive, utilities, l’ambito accademico, associazioni ambientaliste e di consumatori, movimenti d’opinione, tutti uniti per accelerare il passaggio verso una mobilità sostenibile ed elettrica. Siamo quasi cento membri e tutti stiamo lavorando per una crescita sostenibile e per una mobilità a zero emissioni.

“Interoperabilità”, quindi, non è solo per le reti di ricarica ma per noi significa garantire l’accessibilità, promuovere un dialogo aperto e rimuovere barriere in un settore ricco di potenzialità, dove la cooperazione diventa essenziale anche tra concorrenti. È un periodo storico dove il dialogo e le strategie comuni sono fondamentali per un’evoluzione positiva del settore.

La nostra missione è chiara: accelerare la transizione dell’Italia verso modelli di sviluppo sostenibili, promuovere la mobilità elettrica e divulgare i suoi benefici per l’ambiente e la società. Ci impegniamo per ridurre il numero di auto convenzionali nelle città, promuovendo la trasformazione del parco circolante in veicoli elettrici, sviluppare servizi di trasporto pubblico elettrici, come autobus, e regolamentare il trasporto merci.

Abbiamo davanti nuovi scenari di mercato dove l’elettrico avrà una presenza importante, pensiamo all’ambito agricolo, alla nautica, dove le batterie e i motori elettrici stanno diventando centrali sia come elemento tecnologico che di sostenibilità.

L’impegno è anche nel comunicare sempre più efficacemente verso tutti gli stakeholder, con l’obiettivo di spiegare il cambiamento, essere “dei formatori”, combattere la disinformazione e vincere lo scetticismo verso una trasformazione tecnologica inarrestabile.

Senza dimenticare le importanti sfide nuove che arriveranno nei prossimi anni: un futuro di batterie (utility scale e non) e la connettività delle infrastrutture e delle auto alle reti elettriche; temi di interoperabilità di dati; ricariche sempre più user friendly.

Chi conosce il “Ciclo di Hype” di Gartner sa che le nuove tecnologie passano per diverse fasi. Questo vale anche per la mobilità elettrica. Adesso siamo in un momento di disillusione, dopo l’iniziale entusiasmo. Ma il prossimo passo è raggiungere una fase stabile e produttiva. Dobbiamo essere pronti come associazione ad agevolare questa naturale evoluzione.

In conclusione, MOTUS-E non è solo un promotore della mobilità elettrica, ma un vero e proprio catalizzatore di un cambiamento più ampio, che guarda a un futuro sostenibile, collaborativo e innovativo.

Come Presidente, mi impegno a guidare questa missione con determinazione e visione, collaborando con tutti voi per realizzare questo futuro promettente.

Grazie a tutti per il vostro sostegno e la vostra fiducia. Insieme, possiamo guidare il cambiamento verso un domani più verde e sostenibile, per le persone e per le imprese.

Rimorchi e semirimorchi: un piano straordinario a beneficio della sicurezza stradale

Rimorchi e semirimorchi: un piano straordinario a beneficio della sicurezza stradale

di Michele Mastagni, coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE

 

Nella speranza che i recenti incentivi agli investimenti nel settore dell’autotrasporto diano i segnali di ripresa sperati, desideriamo ribadire con forza l’assoluta necessità di un piano straordinario di sostegno allo svecchiamento dell’ormai vetusto parco circolante italiano, affinché  i mezzi più obsoleti possano essere sostituiti con rimorchi e semirimorchi di ultima generazione.

Tali interventi risultano cruciali al fine di incrementare gli standard di sicurezza stradale. Le  motrici moderne sono sempre più sofisticate e sicure grazie all’elettronica che le governa, ma se agganciano un semirimorchio di quindici anni fa si rischia che il veicolo trainante e quello  trainato possano non dialogare, costituendo un pericolo sulla strada.

Infine, accogliamo con grande favore il voto del Parlamento europeo a supporto della  revisione della Direttiva su pesi e dimensioni dei veicoli pesanti per incentivare l’adozione di soluzioni di trasporto più green e sostenibili. A questo proposito, ribadiamo la proposta di  consentire anche in Italia la circolazione di complessi veicolari fino a 18,75 metri, una misura che  garantirebbe vantaggi evidenti grazie a una maggiore efficienza dei viaggi, minori costi per le imprese, risparmi di carburante e conseguenti riduzioni di emissioni di CO2.

 

Giornata vittime innocenti delle mafie: autotrasporto settore sempre più aggredibile

Autotrasporto, cattivi pagatori: per risolvere il problema imitare il modello spagnolo

di Cinzia Franchini, presidente di Ruote Libere

La Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie rappresenta anche per il mondo imprenditoriale un momento di riflessione particolare. E’ importante ricordare in questa occasione i tanti imprenditori uccisi dalle mafie per non essersi piegati al pizzo. Da Libero Grassi a Giovanni Panunzio, da Gaetano Giordano a Renato Caponnetto, sono purtroppo tanti gli esempi di uomini, martiri, che hanno dato la vita a indelebile testimonianza per tutti del valore della libertà. E oggi, ancora una volta, all’interno del mondo imprenditoriale, occorre accendere un faro particolare sul settore dell’autotrasporto, sempre più nel mirino della criminalità organizzata.

L’autotrasporto, come tante inchieste hanno dimostrato, è uno dei settori privilegiati da tutte le mafie. Per la criminalità organizzata questo settore rappresenta, al Nord come al Sud, una efficace lavanderia per ripulire i proventi dai traffici illeciti, un ottimo veicolo per gestire i traffici, dal trasporto di armi e alla droga, un mezzo per entrare nel circuito degli appalti pubblici e un modo per controllare il territorio in maniera capillare quasi casa per casa, azienda per azienda, anche attraverso l’eCommerce.

 

A queste peculiarità si aggiunge poi l’enorme quantità di finanziamenti e incentivi pubblici che il settore attrae e la possibilità, anche attraverso le componenti presentabili delle famiglie mafiose, di relazionarsi a livello istituzionale. Questa attrattività fa purtroppo il paio con la deriva economica con cui le aziende sane devono fare i conti. La concorrenza al ribasso, la presenza di vettori stranieri a basso costo, una normativa barocca e inapplicata, rendono sempre più difficile la vita alle imprese che operano nella legalità col rischio di divenire sempre più aggredibili dai tentacoli di chi gioca una partita illegale che non ha nulla a che vedere con le logiche di mercato.

 

Per questo, giornate come quella celebrata, al di là delle solite commemorazioni e della retorica, devono essere occasione per riflettere sulla necessità di supportare il mondo imprenditoriale che, con fatica, dimostra al Paese come la strada della legalità non solo sia moralmente l’unica percorribile, ma sia ancora, nonostante tutto, la più conveniente.

Auto elettriche in Europa: in frenata anno su anno

Auto in rosso: futuro incerto, via l'Iva dalle elettriche

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor

 

Buone notizie per il mercato dell’auto in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK). In febbraio nell’area sono state immatricolate 995.059 autovetture con un incremento su febbraio 2023 del 10,2%. Positivo è anche il consuntivo del primo bimestre dell’anno che con 2.012.136 immatricolazioni fa registrare una crescita del 10,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Continua quindi il recupero del mercato dell’auto dopo i guasti determinati dalla pandemia e dal complesso di fattori negativi che l’hanno seguita e che hanno inciso pesantemente sia sulla produzione (carenza di componenti essenziali) che sulle vendite (difficoltà economiche, forte crescita dei prezzi, transizione energetica). Nonostante il recupero in atto i livelli ante-crisi restano però ancora lontani. Il consuntivo dei primi due mesi del 2024 è infatti inferiore del 15,3% a quello del gennaio-febbraio 2019.

Le prospettive per i prossimi mesi dovrebbero essere comunque positive anche perché nel primo bimestre di quest’anno quasi tutti i mercati dell’area, e in particolare i più importanti, sono in crescita. Ovunque si segnala però che il mercato è sostenuto soprattutto dagli acquisti delle flotte aziendali e delle società di noleggio che, tra l’altro, per il noleggio a breve nel febbraio scorso hanno intensificato gli acquisti in vista delle prospettive positive per il noleggio a turisti generate dalla Pasqua precoce.

Particolarmente interessanti tra i dati diffusi dall’ACEA sono quelli relativi all’andamento delle vendite di auto elettriche (BEV). In febbraio in Europa Occidentale la quota delle elettriche è stata pari al 13,2% come nel febbraio 2023. Va però detto che nell’intero anno 2023 la quota delle elettriche aveva raggiunto il 15,7%. E’ in atto quindi una frenata per le immatricolazioni di auto elettriche legata a diversi fattori come la fine degli incentivi in Paesi importanti e il fatto che la domanda continua a essere sostenuta principalmente dalle flotte mentre è in sofferenza la richiesta di elettriche da parte dei privati per i prezzi mediamente più elevati rispetto alle auto tradizionali ed anche per la percepita minore versatilità di impiego.

Proprio in considerazione delle difficoltà di vendita delle auto elettriche, in tutta l’area alla richiesta di incentivi più corposi ed efficaci di quelli adottati finora si aggiunge (in particolare nel Regno Unito) la richiesta di agevolazioni fiscali per le auto elettriche costituite da una riduzione delle aliquote Iva. Nella battaglia delle case automobilistiche per ottenere per i loro clienti incentivi all’acquisto di auto elettriche si aggiunge quindi un nuovo tipo di rivendicazione: l’utilizzazione della leva fiscale.

Elezioni UE vicine: sensibilizzare la politica sui principali dossier automotive

Verso le elezioni UE: occorre un approccio fondato sulla neutralità tecnologica

di Roberto Vavassori, presidente di ANFIA

 

A febbraio 2024, il mercato europeo dell’auto prosegue il trend positivo avviato a gennaio, segnando un’altra crescita a doppia cifra (+10,2%) . Nel secondo mese dell’anno, tutti e cinque i major market (incluso UK) registrano un incremento: +14% il Regno Unito, seguito da Francia (+13%), Italia (+12,8%) e Spagna (+9,9%), mentre la Germania registra una crescita più contenuta (+5,4%).

 

A febbraio, la quota di penetrazione delle vetture elettriche pure (BEV), pari al 13,2%, torna a superare la quota delle vetture Diesel (12%) dopo il pareggio registrato nel mese di gennaio. In Italia, invece, l’immatricolato diesel pesa per il 14,6% delle vendite nel mese, contro il solo 3,4% delle BEV (al 2,1% a gennaio 2024). Per favorire maggiormente la diffusione dei veicoli a basse e zero emissioni e il conseguente svecchiamento del parco circolante nel nostro Paese, puntiamo sulla tempestiva entrata in vigore del nuovo piano incentivi, per il quale ancora si attende la pubblicazione del decreto che ne darà attuazione.

 

Ricordiamo, inoltre, che con l’avvicinarsi delle elezioni europee del prossimo giugno, l’impegno fondamentale di ANFIA è quello di rafforzare l’azione di sensibilizzazione della politica sui principali dossier automotive, al fine di costruire una transizione – green e tecnologica – ordinata e razionale per tutta la filiera. Riteniamo sia necessario dare priorità all’innovazione e alla produzione sostenibile di autoveicoli e relativi componenti, garantire all’Europa le condizioni per poter continuare a investire e a competere a livello globale, promuovere la formazione e offrire una mobilità sempre più inclusiva ed accessibile a tutti.