Caro carburanti e “influencer” della politica: sulle accise falsità, si chieda scusa

Ipocrisia e mistificazione fanno ormai parte di un certo mondo della politica italiana. C’è infatti chi si improvvisa “influencer” e diffonde fake con il chiaro fine di far indignare i cittadini e, in questo modo, (ri)portarli dalla sua parte. Un’offesa per gli italiani che, in questo modo, si tenta di far passare alla stregua di sprovveduti e disinformati. L’effetto boomerang, per questi politici, sarà inevitabile e meritato.

L’ultimo caso riguarda il tema delle accise sui carburanti che il precedente Governo guidato da Mario Draghi aveva deciso di ridurre temporaneamente nel pieno della crisi energetica e della conseguente impennata dei prezzi. Ridurre provvisoriamente, ovvero “scontare”, cioè una misura temporanea per poi tornare allo stato dell’arte.

Il nuovo Governo capeggiato da Giorgia Meloni non ha fatto altre che confermare il limite temporale prestabilito da chi era stato prima a Palazzo Chigi, ex Esecutivo di cui hanno fatto parte anche coloro che ora gridano alla scandalo per una misura approvata anche da loro. Bisogna essere chiari.

Quindi è una falsità gravissima affermare sui social, in continuazione, che il Governo Meloni ha aumentato le accise sui carburanti, affermazioni offensive per i diretti interessati e soprattutto nei confronti dei cittadini.

È vero che il problema delle accise, così come composte e per il peso che – tassa sulla tassa – hanno sui prezzi, ma è pur vero che, andando a memoria, non c’è stato un premier che nei suoi discorsi abbia parlato di provvedimenti per risolvere la questione e di metterci seriamente mano. Infatti, non si è mossa una virgola. Personalmente, saranno almeno 30 anni che ne sento parlare. Mi chiedo solo se a sospendere lo sconto sulle accise fosse stato un altro Governo, avremmo assistito a tutti questi attacchi pretestuosi

Unica cosa positiva delle polemiche di questi giorni è che qualcosa forse si sta muovendo. In particolare, il Governo ha stabilito che “in presenza di un aumento eventuale del prezzo del greggio e, quindi, del relativo incremento dell’Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato possa essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa”. Inoltre, buoni benzina esentasse sino a fine anno.

Ritengo comunque fondamentale che chiunque si appresti ad assumere ruoli istituzionali di peso, a qualsiasi schieramento appartenga, eviti di promettere o parlare di cose che risultano in seguito di difficilissima se non impossibile, almeno nell’immediato, attuazione.

L’accisa è una imposta sulla fabbricazione e sulla vendita di prodotti di consumo, come la benzina, il Diesel e il gas da autotrazione. Ed è applicata  in tutto il mondo, anche se con modalità e percentuali che variano da Paese a Paese. Ecco le 16 voci che fanno parte dell’elenco delle accise sulla benzina e gasolio.

 

Finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936.

Finanziamento della crisi di Suez del 1956.

Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963.

Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966.

Per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968.

Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976.

Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980.

Finanziamento della missione in Bosnia del 1996.

Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.

Acquisto di autobus ecologici nel 2005.

Per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009.

Finanziamento alla cultura nel 2011.

Per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011.

Per far fronte all’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011.

Ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012.

Per il decreto “Salva Italia” del 2011.

 

Secondo l’ultimo monitoraggio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, la somma di imposte (Iva) e varie accise, ammonta addirittura al 58,2% del prezzo che si paga per la benzina e al 51,1% di quello del Diesel.

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