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Caro-carburanti e concorrenza: l’Autorithy ha acceso un faro

di Pierluigi Bonora

 

L’AGCM (Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato) sta intervenendo sul fenomeno del caro-prezzi della benzina utilizzando i poteri conferiteli dalla legge: da un lato sta conducendo indagini sulla possibile esistenza di intese anticoncorrenziali e pratiche scorrette lungo la filiera produttiva e distributiva, sfruttando i poteri di raccogliere e richiedere informazioni presso i player del mercato, eventualmente anche conducendo ispezioni a sorpresa presso le sedi delle imprese coinvolte nell’indagine; dall’altro, sta utilizzando i suoi poteri di “advocacy” per segnalare al Governo e al Parlamento gli effetti sul mercato e sul gioco della concorrenza delle misure pubbliche di intervento nel comparto.

 

Ma nello specifico, in cosa consistono questi poteri? Come sono stati esercitati in passato e quali sono le difficoltà tipiche riscontrate storicamente dall’AGCM nell’intervenire nel settore dei carburanti da autotrazione?

 

In futuro, nel caso di una presenza importante di auto elettriche sulle strade, situazioni analoghe si potrebbero manifestare anche nei sistemi di ricarica?

 

Ne parliamo con l’avvocato Enzo Marasà, esperto in Antitrust, dello Studio legale Portolano Cavallo che ha sedi a Milano, Roma e New York.