Bonus carburante: solo il 15% ne usufruirà

Foto: Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group

Il bonus carburante è un clamoroso flop. Lo sostiene Susini Group, studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro: secondo una proiezione del suo centro studi, infatti, solo il 15% delle aziende ne usufruirà entro l’anno. «Il bonus carburante, previsto dal recente decreto legge Energia (DL 17/2022), è un benefit aggiuntivo dell’importo massimo di 200 euro, da corrispondere da parte delle aziende ai lavoratori dipendenti nell’arco del 2022, a partire dal mese di aprile. Il costo è a totale carico dell’imprenditore.

 

Ed è per questo motivo che detta misura, che è stata presentata agli addetti ai lavori sotto i migliori auspici di una buona riuscita, in realtà non ha riscosso il successo auspicato, dal momento che si stima che neanche il 15% delle aziende finirà per avvalersene nell’arco dell’anno. Un vero flop», sostiene Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group. «Se da una parte il beneficio per il dipendente è chiaro – prosegue Susini – si tratta di somme esenti da contributi e tasse, da un punto di vista aziendale e, per quanto si possa ritenere che i costi sostenuti per l’acquisto dei buoni carburante siano interamente deducibili, il vantaggio per l’azienda che li mette a disposizione dei lavoratori non è altrettanto tangibile: questa misura infatti non consiste in un’erogazione statale attraverso la mera anticipazione dell’intermediario aziendale, ma si tratta di un vero e proprio voucher che l’azienda acquista a sue spese. Quindi è un costo aggiuntivo e basta per l’imprenditore che si va a sommare a tutti gli altri che già sostiene».

 

La situazione attuale non aiuta, come sottolinea ancora Sandro Susini: «Molte aziende sono in difficoltà, a causa della pandemia e del conflitto ucraino, ed era prevedibile che sostenere oneri supplementari fosse stato difficoltoso. Inoltre, è da tenere conto che molti imprenditori utilizzano già strumenti di welfare, poiché investono in misure agevolate, e quindi non ne necessitano di ulteriori. Sarebbe auspicabile intravedere, da parte di chi guida il Paese, una progettualità organica e integrata, che conduca a una radicale rivisitazione del cuneo fiscale in modo da ridurre l’impatto sul costo del lavoro, poiché è ormai evidente da decenni che le soluzioni di breve periodo, ancorché popolari – e quella dei buoni carburante nemmeno lo è stata – spesso finiscono per passare alla storia come l’ennesimo espediente improvvisato che va a sedimentarsi su un già di per sé precario impianto normativo», conclude Sandro Susini.

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