Auto elettriche: sì, anzi no, si vedrà, ma ci conto

di Thierry Breton, eurocommissario all’Industria e al Mercato interno

 

La transizione da Diesel e benzina all’elettrico avrà così tante implicazioni per le aziende del settore che l’Europa non può permettersi errori. Se dovessero esserci intoppi l’Unione dovrà rivedere la data del phase out senza alcun tabù. Potrebbe essere necessario un freno d’emergenza. Sarebbe un elemento fondamentale per darci il tempo di reagire se necessario, perché stiamo evidentemente parlando di un cambiamento gigantesco per un intero settore industriale.

Sono circa 600mila posti di lavoro che verranno distrutti nella transizione all’elettrico. Non sto parlando delle grandi Case automobilistiche, che sicuramente la supereranno, ma dell’intero ecosistema e della produzione di energia. Per produrre tutte le auto elettriche necessarie a sostituire quelle tradizionali, avremo bisogno di 15 volte più litio entro il 2030, di quattro volte più cobalto, di quattro volte più grafite e di tre volte più nichel. Quindi ci sarà un fabbisogno di materie prime enormemente superiore e questo è un fattore che dobbiamo studiare.

Se vogliamo che tutte le auto nuove siano elettriche, avremo bisogno di produrre 150 gigawattora di energia in più ogni anno, vale a dire il 20-25% in più di quella che viene prodotta attualmente nell’Unione Europea. Quindi, dovremo incrementare massicciamente l’attuale produzione, ma dovrà essere elettricità carbon-free: se la faremo con il carbone o il gas non avrà senso.

Entro il 2030 vogliamo 30 milioni di auto elettriche sulle strade europee. Ma questo significa che abbiamo bisogno di sette milioni di punti di ricarica: oggi ce ne sono soltanto 350mila, e il 70% del totale è concentrato in Francia, Germania e Paesi Bassi.

L’aspirazione è di rendere la transizione un successo e sono completamente d’accordo con quest’ambizione, ma devo altresì assicurarmi che ci siano tutti i mezzi per metterla in atto e che per raggiungere l’obiettivo sia necessario un freddo realismo, che passa anche per il liberarsi di un certo idealismo e la capacità di concentrarsi su alcuni punti chiave, dalla realizzazione di un’infrastruttura di ricarica capillare alla crescita nei volumi produttivi delle materie prime necessarie per le batterie.

Anche le auto elettriche devono diventare più pulite. Ci sono emissioni aggiuntive, che sono molto importanti, da pneumatici e freni, che emettono particolato molto dannoso per la salute. Quindi anche dopo il 2035, quando non saranno più commercializzate automobili con motori termici, ci saranno ancora emissioni: le auto elettriche pesano all’incirca il 40% in più rispetto a quelle tradizionali.

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