
di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
Apprezziamo le intenzioni e i passi in avanti compiuti dal ministro Adolfo Urso per rilanciare lo sviluppo e la riconversione industriale della filiera automotive, ma le politiche dirette al rinnovo del parco circolante e all’accrescimento della mobilità elettrica richiedono un confronto più ampio al Tavolo automotive attraverso il coinvolgimento di tutti gli stakeholders capaci di dare contributi concreti al processo evolutivo in corso,
Le nostre imprese sono in prima linea nel favorire la diffusione dell’auto elettrica e delle auto a bassissime emissioni di CO2, ma il gap che riscontriamo tra obiettivi di decarbonizzazione e comportamenti di acquisto della clientela resta esageratamente alto e i nuovi ordini stanno registrando un calo apprezzabile già da parecchi mesi.
Occorre un’azione di governo complessiva in grado di diminuire lo scetticismo sull’elettrico e accrescere l’energia derivante da fonte rinnovabile, secondo un piano di sviluppo e di realizzazione coerente a una transizione ambientale ed energetica realmente sostenibile, senza quei ritardi attuativi – come accaduto, ad esempio, per i contributi alle colonnine di ricarica elettrica di imprese e cittadini – che compromettono gli stessi obiettivi, annullando, di fatto, l’efficacia delle disposizioni originali».
Purtroppo, le auto elettriche, seppur in crescita percentuale, restano “una goccia nell’acqua” e non riescono ad esprimere numeri adeguati a una vera e propria svolta ambientale: la domanda è fiacca (prezzi decisamente elevati), le auto-immatricolazioni fanno da cuscinetto, mentre i fondi dell’Ecobonus restano ampiamente inutilizzati (sulla fascia 0-20 ci sono ancora oltre 118 milioni e 208 milioni per la fascia 21-60, oltre ai residui dello scorso anno): servono misure più incisive per rinnovare il parco circolante che, allo stato attuale, conta poco più di 200.000 auto elettriche mentre nel Ddl Bilancio 2024 non c’è alcuna disposizione di revisione in questa direzione.