
di Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE (dall’evento ROM-E)
L’obiettivo è quello della decarbonizzazione, ma non va confuso con quello della qualità dell’aria. A livello planetario il peso dell’Europa è limitato. La tecnologia elettrica è più matura, ma c’è da fare ancora tanto. Le Case auto stanno investendo tanto da anni, e da anni sono oggetto di un sistema sanzionatorio che prevede multe per gli sforamenti delle emissioni. Ho visto cambiare numerosi Governi, quattro anni fa c’era un furore pro elettrico e pro monopattini. Oggi c’è un’aria di controriforma.
L’obiettivo di vetture elettrificate nel 2030 dovranno essere 6,6 milioni, ma con i numeri attuali non ci arriveremo mai. Sono stati messi a disposizione 40 milioni di euro per le ricariche private: ce la stiamo prendendo un po’ comoda. Nelle infrastrutture pubbliche abbiamo la posizione numero 15 dal punto di vista della capillarità delle ricariche. E non stiamo utilizzando i fondi disponibili.
UNRAE chiede da anni di modificare lo schema incentivi. Chiede di accelerare l’infrastrutturazione. Ma bisogna fare investimenti anche sulle linee elettriche, giа ora c’è il problema dei black-out. Non stiamo spiegando perchè guidare un’elettrica, stiamo caricando tutto sulle spalle dei costruttori.
Ci sono dei quadricicli a prezzi accessibili. Non ci sono più costruttori che lavorano solo per un mercato locale, siamo tutti operatori globali. Il 40% del costo di un’elettrica è la batteria. Il gap che esiste oggi tra EV ed endotermiche è coperto dagli incentivi, che non dovranno essere eterni.