Auto e scenari: tre anni di tempesta perfetta

di Marco Saltalamacchia, presidente del Gruppo Koelliker
(dall’intervista tv a “Italpress  €conomy”)

L’Europa ha esportato oltre il 60% della produzione di automotive nel mondo. È il più grande esportatore mondiale, ma negli ultimi dieci anni ha perso questa leadership economica. L’automotive per l’economia europea rappresenta oltre il 10% del Pil, il 15% degli investimenti in ricerca e sviluppo e il più grande datore di lavoro. Se assumiamo la prospettiva dell’industria che crea ricchezza, sviluppo e occupazione, l’Europa ha necessità di recuperare questo terreno perduto e deve farlo sull’elettrico.

In tutti i settori, la vita è ormai accompagnata dalla transizione ecologica. Già la denominazione è perfetta perché ha in sé le due anime di questo fenomeno: transizione ed ecologica.

La pandemia ci ha fatto scoprire un modello logistico della consegna a domicilio: il traffico delle merci verso le città è esploso e la logistica dell’ultimo miglio ha sposato l’elettrico. L’utenza individuale lo adotterà in funzione dell’esigenza. Ci sarà un’adozione progressiva e diventerà maggioritaria nei prossimi anni.

Tuttavia, la transizione ecologica costa e per questo si chiede ai Governi un aiuto in termini di incentivi. Gli incentivi nel 2022 sono arrivati molto tardi, alla fine di maggio. Molta domanda è stata rinviata. Lo vediamo anche nei risultati commerciali di tutto il settore. La buona notizia è che sono arrivati con un orizzonte triennale, la cattiva notizia è che sono abbastanza timidi. Con la pandemia anche l’automotive ha vissuto un periodo di difficoltà.

È da troppo tempo che diciamo che quello che è appena passato è l’annus horribilis dell’automobile però sarà almeno il terzo anno che lo diciamo e quest’anno dobbiamo ancora dirlo. Dopo la pandemia, quando il sistema produttivo ha ricominciato a muoversi, ci si è resi conto che mancavano pezzi. Quando si ferma la catena di montaggio succedono i problemi. Quando finalmente un po ‘ alla volta gli stock intermedi hanno cominciato a essere riempiti, si è inceppata la parte a valle, quella della grande logistica. La tempesta perfetta non è durata un anno, ma tre.

Adesso la fabbrica ha ricominciato a girare con grandi arretrati di ordine e a questo punto sono i vettori che devono trasportare verso i mercati che non ce la fanno. Trasportare un’auto dall’altra parte del mondo qualche anno fa costava qualche centinaio di dollari e oggi invece costa qualche migliaio di dollari. Lentamente si sta tornando alla normalità. Quello che abbiamo imparato è che da una pandemia non si esce in qualche mese, ma in qualche anno.

Il sogno è riuscire a contribuire a un modello di mobilità più sostenibile. Credo che oggi sia totalmente in discussione il modello di mobilità: stiamo passando da una mobilità individuale e proprietaria a un modello di mobilità che diventerà sempre più condivisa e in prospettiva potenzialmente anche autonoma.

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