di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet & Mobility
Un calo degli occupati nell’industria automotive europea è previsto dal 90% dei quasi 100 addetti ai lavori stimolati dal televoto AgitaLab, think tank di Agenzia Italia, durante la Capitale Automobile consumer tenutasi a Roma a fine ottobre. Dove il campione si divide è su quanto profondo possa essere, con 4 su 10 che lo fissano tra il 10 e il 20% e altri due che invece si aspettano che arrivi fino al 30%. Tre su dieci sperano che la perdita di posti si attesti sotto il 10%.
Nel 2019 erano 12,9 gli occupati diretti e indiretti, secondo i dati European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA), che da allora non ha più rilasciato alcun dato sul 2020 e sul 2021. Invece, i dati sulla produzione sono disponibili, e indicano un crollo del 37% rispetto ai livelli pre-Covid. In questi anni di pandemia i Governi sono intervenuti con varie misure per proteggere i livelli occupazionali, ma è improbabile che tali politiche possano durare a lungo.
È impossibile che per fare 6 macchine servano gli stessi addetti di quando se ne fabbricavano dieci. Proprio per questo, è lecito attendersi l’esplosione di quella che sembra una vera bomba occupazionale.