
di Mario Verna, COO Automotive
Confondere l’innovazione con la geopolitica, è come considerare la quinoa un prodotto a chilometro zero. La narrazione futuristica dell’auto con la spina ha subìto il fascino del narcisismo eco-chic, delle frasi a effetto e della presunzione ideologica di immaginare il “nuovo” mondo senza se e senza ma. I risultati parlano sempre. E rinvii, slittamenti, correzioni, rilanci e moniti, goffi millenarismi e nervosismi fanno da padroni.
Nel frattempo, un fiume di denari che avremmo potuto spendere in una lista di interventi forse un pelino più prioritari (sanità, scuola, infrastrutture, terza età… ), perché i soldi sono quelli, se li spendi per cose inutili poi non bastano per quelle urgenti. Quello che è successo nel panorama automotive europeo negli ultimi anni è un bel paradigma di presunzione e inefficienza, peccato.
Le politiche suicide di Bruxelles hanno distrutto un comparto che vale il 10% del PIL. I prezzi aumentano, il mercato crolla e 3 milioni di occupati sono a rischio, Ma i motori a scoppio producono solo lo 0,9% della CO2.