ALIVE: scherzare fa bene alla Salute

di Francesco Fontana Giusti, Experience teller

Chi di voi ha la mia età forse ricorderà quella passata alla storia come la famosa “Beffa di Modigliani”. Per capire la portata di questo colossale scherzo, devo obbligatoriamente fare qualche passo indietro e tornare all’estate del 1984. Siamo a Livorno, città natale di Modigliani, dove proprio quell’anno si celebrava il centenario della sua nascita e, parallelamente ad esso, un’intensa attività di ricerca di alcune sue sculture che, secondo una famosa leggenda, erano state gettate dall’artista nel Fosso Reale, perché stanco di essere preso in giro dai suoi concittadini.


Le operazioni di drenaggio alla ricerca delle opere di Modigliani vanno avanti per giorni e tra una battuta e una risata, a Livorno non si fa che parlare di questo. Nonostante le forti aspettative, i risultati sperati stentano ad arrivare. È a questo punto che entrano in gioco tre giovani studenti universitari che, in vena di scherzi, decidono di organizzare il loro sberleffo ai danni dell’opinione pubblica: scolpiscono una finta testa di Modigliani e la gettano nel fosso.

Il ritrovamento avviene il 24 luglio e fa subito notizia, attirando persino la stampa internazionale. Nessuno, nemmeno i famosi critici d’arte, inizialmente capiscono che si tratta di un falso (a cui si aggiungono nei giorni successivi altri due falsi realizzati da un’altra persona), tanto che alla fine, dopo quasi due settimane i tre ragazzi vuotano il sacco e confessano la loro bravata pubblicamente!

Ma ora passiamo alle cose serie

Cosa collega la storia che vi ho appena raccontato con l’attività svolta da chi opera nel campo medico? La ricerca della conoscenza. La prima qualità di un ricercatore, infatti, è la curiosità e il desiderio di capire. A dimostrarlo è proprio uno dei tre protagonisti di questa clamorosa beffa, Pier Francesco Ferrucci, che una volta cresciuto ha scelto di mettere il proprio ingegno al servizio della Scienza e oggi è considerato in Italia uno dei massimi esperti nel settore dell’immunologia oncologica.

No, non è uno scherzo! Ho infatti avuto il piacere di intervistarlo proprio durante la cena organizzata in occasione dell’International Cancer Immunotherapy Conference svoltasi per la prima volta in Italia, più precisamente a Milano.

La Beffa di Modì, per Pier Francesco Ferrucci, è come una grande metafora di vita. È il suo modo di provare a beffare il cancro. Una sfida che porta avanti con grandissima determinazione, dove la posta in gioco è molto, molto più alta, perché ha a che fare con la sofferenza di chi lotta ogni giorno contro questa malattia.

La speranza conduce più lontano della paura

Le parole sono fondamentali nel linguaggio del dolore, lo sapeva bene mio fratello gemello Ranieri che dopo aver ricevuto la sua diagnosi di cancro, ha scelto di non chiudersi nel silenzio e nella paura, ma di vivere ogni sua sensazione, emozione e sfumatura attraverso l’Arte. Ho scelto questa citazione di Ernst Junger, perché Ra seguiva molto questo concetto. Anche mentre soffriva, non ha mai smesso di credere nel futuro e nella scienza. Questa è stata la sua più grande battaglia. Per più di due anni ha combattuto come un leone nella speranza che la Ricerca andasse avanti. Era in prima linea nella raccolta fondi e per due anni sono stato accanto a lui per sostenere l’importante opera del Meggie’s Centre di Londra.


Un’attività fondamentale per arrivare alla Cura. Perché, come mi ha giustamente precisato il professor Pier Francesco Ferrucci, attualmente Direttore del Dipartimento di Oncologia del Gruppo Multimedica e della Divisione di Oncologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano: “Se ci sono i fondi giusti, le attenzioni giuste e si dà la giusta rilevanza alla ricerca, si riescono a raggiungere degli obiettivi estremamente importanti in brevissimo tempo. È tutto questione di investimento e di fiducia nella scienza”.

La nuova frontiera dell’Immuno-oncologia

La battaglia contro il cancro è lunga, ma sta andando avanti grazie all’immunoterapia oncologica. Come infatti mi ha spiegato il professor Ferrucci durante l’intervista: “Si tratta di un approccio terapeutico che punta a stimolare la risposta del sistema immunitario contro l'aggressione del tumore. Il sistema immunitario è un “;organo” molto importante e delicato, il naturale sistema di difesa del corpo, che deve riconoscere, combattere ed eliminare in modo selettivo esclusivamente le cellule tumorali del paziente”.

L’obiettivo dell’immuno-oncologia è anche quello di comprendere i meccanismi che il tumore usa per sfuggire al controllo del sistema immunitario in modo da individuare strategie capaci di rendere le nuove terapie più efficaci e da identificare il momento migliore per la loro somministrazione, facilitando la personalizzazione delle cure, affinché ogni paziente abbia una cura su misura contro il tumore di cui soffre.

Gli ultimi progressi nel campo della ricerca

L’International Cancer Immunotherapy Conference che si è svolta a Milano lo scorso settembre è stata una preziosa occasione di incontro e confronto che ha coinvolto oltre mille medici e ricercatori provenienti da trentotto Paesi del mondo, riuniti per fare il punto sui progressi dell’immunoterapia oncologica, mi spiega il professore. Sono oltre quaranta i vaccini antitumorali ad mRNA in fase di sperimentazione avanzata con risultati incoraggianti. In particolare, è appena iniziata in Australia la fase 3, l’ultima prima dell’approvazione finale, di quello sviluppato contro il melanoma.

I risultati definitivi saranno disponibili non prima di un paio d'anni, ma i dati della fase II, a due anni dalla somministrazione sperimentale, mostrano una
riduzione del rischio di recidiva o di morte del 44 per cento in chi lo ha ricevuto in combinazione con i farmaci immunotropici.


Sono tanti i tumori sui quali stanno lavorando con l’immunoterapia: tumori urologici, specifici tumori polmonari, il tumore al seno triplo-negativo, ma anche alcuni linfomi e altri tumori solidi.

Un’alimentazione ricca di fibre potenzia l’immunoterapia


Altro elemento importante di cui si è molto parlato durante la conferenza è stato l’alimentazione, fondamentale per rafforzare il nostro sistema immunitario. Ma cosa possiamo fare per prevenire certe malattie e che importanza ha l’alimentazione nell’efficacia dell’immunoterapia? La risposta per il professor Ferrucci è ormai chiara: scegliendo con cura gli alimenti, in particolare quelli ricchi di fibre che sono in grado di nutrire il nostro microbioma, ossia l’insieme dei microrganismi che risiedono nel nostro intestino e che sono in grado di influenzare il successo dei trattamenti contro i tumori.


Secondo gli studi scientifici più recenti un’alimentazione ricca di fibre potenzia la risposta immunitaria. In caso di malattia può aumentare le probabilità che il trattamento contro i tumori sia più efficace. Proprio modificando il microbioma intestinale nutrendolo con una dieta di questo tipo, ricca di alimenti quali mele, pere, prugne e kiwi, ma anche di noci, pistacchi e arachidi, e pure di fagioli, ceci, lenticchie, carote, melanzane, carciofi, cereali e cioccolato fondente, che contengono molte fibre, si può influenzare positivamente l’esito dei trattamenti contro il cancro, accrescendone l’efficacia.

Per approfondire il tema dei benefici della sana alimentazione vi consiglio di seguire le interviste del professor Berrino, medico, epidemiologo, direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, da anni impegnato in una intensa attività divulgativa.

Se siete interessati, potete guardare la sua intervista “Medicina da mangiare”, dove parla di equilibri e di alimentazione.


Questo weekend parliamo di Futuro

Ranieri mi diceva sempre “It’s not over, till it’s over”: una frase semplice e potente, che risuona dentro di me ogni volta che mi capita di affrontare un momento particolarmente difficile. Perché per superare le prove più dure, bisogna guardare avanti. Come faceva il mio amato Ranieri e come fanno milioni di persone che lottano ogni giorno contro il tumore.

È a loro e a tutti i medici e ricercatori impegnati in questa grande sfida che dedico il mio tour fotografico che troverete condiviso sulle mie pagine Instagram e Facebook.

Buona salute a tutti. Oggi è FRAday.

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