Foto: Mauro Severi, presidente di AICA
Le associazioni mondiali dell’autoriparazione, tra cui AICA, si sono unite per sostenere il diritto alla riparazione e hanno sottoscritto una presa di posizione che ne enumera i principi fondamentali e i risultati attesi da ogni legge che affronti la spinosa questione. Inoltre, il documento indica le 10 buone pratiche per lo sviluppo di un quadro normativo sul diritto alla riparazione, che ogni legislatore potrà utilizzare e adattare al proprio contesto nazionale.
A livello mondiale, l’aftermarket automobilistico mantiene in efficienza 1,5 miliardi di veicoli e contribuisce con 1.800 miliardi di dollari all’economia globale. Scaduta la garanzia del veicolo, sono le officine indipendenti ad eseguire il 70% delle riparazioni. Questo settore vivace, su cui così spesso cade la scelta dei consumatori, potrà mantenersi in salute solo se la produzione automobilistica manterrà accessibili i dati di riparazione e manutenzione dei veicoli trasmessi in modalità wireless.
Limitando il mercato dei ricambi e delle riparazioni indipendenti, i consumatori avranno difficoltà ad ottenere servizi di manutenzione del veicolo a prezzi accessibili. Queste restrizioni possono avere effetti catastrofici sulle economie locali, sul benessere e sulla sicurezza di milioni di persone che usano l’auto quotidianamente.
La filiera dell’auto in Italia conta 161mila imprese registrate alla metà del 2022 e 564mila addetti attivi: di questi, oltre la metà (53,1%) delle imprese opera nell’autoriparazione. Nel secondo trimestre 2022 erano 85mila le imprese del comparto della manutenzione e riparazione di autoveicoli, di cui l’80,9% rappresentato da piccole e micro imprese, per un parco circolante di circa 39 milioni di veicoli passeggeri.
“Questo documento costituisce un importante quadro di riferimento – afferma Mauro Severi, presidente di AICA – per coordinare la lobby che, insieme ad altre associazioni della filiera, stiamo esercitando per ottenere regole efficaci e applicabili dal Governo nazionale e dal Parlamento europeo. In questo modo si potrà chiarire la controversa questione della proprietà dei dati generati dal veicolo e si permetterà alla riparazione indipendente l’accesso alle informazioni di bordo“.
Sia l’Australia sia il Sud Africa hanno difeso con successo il diritto dei consumatori di scegliere dove riparare i propri veicoli. Questi Paesi possono essere presi come riferimento, per gli attesi impianti normativi di settore in Italia e in Europa. L’obiettivo è mantenere l’ecosistema dei trasporti un terreno di gioco equo per gli autoriparatori, i carrozzieri, i gommisti, e il proprietario del veicolo al centro del processo decisionale.