Addio Colaninno, grande capo di Piaggio: ricordi, interviste (poche) e quella gaffe…

Roberto Colaninno, 80 anni compiuti lo scorso 16 agosto, dal 2003 proprietario e numero uno del Gruppo Piaggio, ci ha lasciati. È stato uno degli imprenditori protagonisti dell’industria italiana. Colaninno aveva conseguito il diploma di ragioniere e da mezzo secolo era al centro della scena imprenditoriale italiana. Originario di Acquaviva delle Fonti (Bari), da tempo viveva a Mantova. La sua avventura in Piaggio inizia nel 2003. E l’azienda, con i suoi prestigiosi marchi (Vespa, Gilera, Scarabeo, Aprilia, Moto Guzzi, Derbi, Ape, Piaggio Veicoli Commerciali) viene via via rilanciata, ampliando sempre più il raggio d’azione.

Piuttosto schivo, avvicinarlo per scambiare due parole o chiedere un’intervista, è sempre stata un’impresa, sia durante le presentazioni dei modelli sia in occasione di EICMA, il Salone mondiale della moto in Fiera a Milano. Pazienza e insistenza, però, almeno nel mio caso, sono state in qualche occasione premiate. Importante era partire con il piede giusto e conquistare la sua fiducia. ma se non voleva parlare con noi giornalisti, ogni tentativo – anche attraverso il team comunicazione di Piaggio – risultava inutile.

Da ricordare è il suo primo incontro ufficiale da presidente di Piaggio con noi giornalisti. Vado a memoria: evento programmato in un hotel a Montecarlo con tutto lo stato maggiore del gruppo. E qui l’indimenticabile, ma simpatica gaffe, forse l’unica, nel momento in cui Colaninno parlava del suo rapporto, sin da ragazzo, con il mondo delle due ruote e… “quell’odore (o profumo, non ricordo) di Diesel…”. L’avesse pronunciata, quella frase, di questi tempi, ci sarebbe stato il finimondo.

Dicevamo, l’ultima volta che gli ho fatto un’intervista, è stata il 14 marzo 2021 a Mandello del Lario in occasione dei 100 anni di Moto Guzzi e la contestuale presentazione del progetto del nuovo stabilimento, nell’area storica sul lago di Lecco, insieme all’anteprima della nuova V100 Mandello.

Cento anni per Moto Guzzi e 75 anni per l’iconica Vespa. Per il Gruppo Piaggio, dunque, il 2021, anno ancora fortemente condizionato dalla pandemia, si era aperto con queste due importanti ricorrenze.

Moto Guzzi è un’eccellenza tutta italiana che ha fatto la storia del nostro Paese, senza mai invecchiare e che continua a muovere la passione più autentica di migliaia di guzzisti in tutto il mondo”, le sue parole. Ad ascoltare, il figlio Michele, amministratore delegato e direttore generale della holding industriale Immsi, responsabile delle strategie di innovazione prodotto e marketing del Gruppo Piaggio, e presidente di ACEM, l’Associazione europea dell’industria motociclistica con sede a Bruxelles.

Prima ancora, a Milano, il 23 marzo 2017, al Teatro Vetra, eccomi a tu per tu con Roberto Colaninno, in occasione dei 130 anni di storia dell’iconica azienda e la presentazione del libro “FuturPaggio – 6 lezioni italiane sulla mobilità e sulla vita moderna”, edito da Rizzoli. Quella sera avevamo visto all’opera anche Gita e Kilo, veicoli autonomi intelligenti nati grazie a Piaggio Fast Forward, società del gruppo con sede a Boston. “Vede – mi disse nell’occasione il presidente Colaninno, commentando il libro – nei suoi 130 anni di storia, Piaggio ha fatto cose straordinarie. E’ un’impresa che ha dimostrato capacità di innovare i prodotti in modo impensabile in Italia. Abbiamo inventato l’elicottero, e il brevetto fu poi ceduto, la littorina, abbiamo disegnato aerei e naturalmente la Vespa. Noi abbiamo raccolto il testimone di questa storia e ora dobbiamo portarlo avanti”.

Quella sera, al teatro Vetra, c’era anche “Elio delle Storie Tese“. Sua la battuta-frecciatina (riferita al periodo della presidenza di Alitalia) rivolta a Colaninno: “Visto che la Vespa è un animale volante, non è pensabile una Vespa che vola?”. La replica immediata di Colaninno: “Lasciamo stare, abbiamo avuto cattive esperienze”.

Quindi il lancio, a EICMA di quell’anno, della Vespa Elettrica, sul mercato dal 2018. “Vi trovate tutto il genio italiano”, le parole, nell’occasione, di Colaninno.

Chiudo qui, rivolgendo le condoglianze alla famiglia Colaninno, con l’auspicio che la magnifica favola del Gruppo Piaggio continui ancora per anni e anni nel segno dell’eccellenza italiana e del “genio italiano”, come amava ribadire il presidente.

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