di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet & Mobility
Il 2025 per l’automotive europeo potrebbe essere l’anno della chiarezza, se non della svolta, grazie all’inasprimento delle multe da parte della Commissione Europea. Dal 2025 si abbassa la soglia di emissioni medie tollerate per la produzione complessiva. Per evitare la stangata, va alzata la quota di veicoli non inquinanti. Che è già in calo.
Dal 2025 l’affare si complica, perché i limiti vengono abbassati da 116 a 94 gr/km e le agevolazioni sono ormai finite. Per schivare le multe si dovrebbe vendere una quota di auto elettriche troppo superiore a quella che il mercato potrà assorbire, visto che già quest’anno sta calando.
DataForce ha elaborato delle stime di mix per ciascun costruttore per schivare le multe.
Insomma, l’asticella si alza e pure di tanto, nel momento esatto in cui il mercato appare plafonato. Chi ha voluto provare la scossa l’ha fatto e certamente altri lo faranno, ma non nelle quantità che le Case avevano previsto su consiglio di consulenti ben pagati, il cui errore è stato considerare che tutti gli automobilisti fossero prima o poi disposti a passare all’elettrico, costruendo su quelli le loro curve di adozione/penetrazione. Come se chi vende occhiali calcolasse anche chi ci vede bene. Ora scoprono che la torta è ben più piccola.
Che succederà? Innanzitutto, verrà a galla che sono le multe di oggi e non il divieto del 2035 a guidare le strategie industriali e commerciali. Poi ciascuno muoverà le sue pedine. Pomperanno a suon di sconti e “km zero” le elettriche nel canale delle concessionarie, usandole al solito come polmone finanziario e fingendo di non ricordare che solo un anno fa dicevano loro che ormai non servono più, che il personale sarebbe stato trasformato in un esercito di agenti.
Le plug-in invece saranno offerte alle flotte, magari con qualche protezione sul valore residuo visto che nemmeno come usato hanno proprio la fila di compratori. Queste mosse costano molti soldi e comunque non portano fino a dama. Pertanto, dovranno calare anche l’asso: centrare il mix medio di emissioni vendendo meno auto termiche e a prezzi che garantiscano quel margine necessario a far respirare un po’ i bilanci. Ciò implicherà ulteriori ridimensionamenti nella forza lavoro? E sia: la coperta è corta. Che ci pensino i cinesi ad aprire stabilimenti e assumere manodopera.