Regola n.1 per le aziende: guardare sempre al futuro

di John Elkann, presidente di Exor, Stellantis e Ferrari (dall’evento “Italia Tech Week” di Torino)

 

Ci sono momenti nella storia in cui ci sono grandi cambiamenti: la mobilità è un mondo in trasformazione e per noi la fortuna è poter guardare al futuro e spingere sull’innovazione orientandola dove vogliamo. Se io penso alla nostra storia imprenditoriale che si snoda su tre secoli, vedo una richiesta costante di innovazione,  non c’è una ricetta: non c’è un momento migliore da scegliere per innovare, è una mentalità costante. Bisogna essere in sintonia col futuro. Le aziende che durano sono quelle che sono state in grado di guardare al futuro. Il rischio maggiore per le aziende che hanno avuto successo è quello di dormire sugli allori.

Quello che è stato annunciato da Stellantis è molto positivo, va nella direzione di costruire un futuro sostenibile. Torino ha sempre avuto nella sua storia la capacità di inventare e costruire spazi nuovi ed è quello che sta avvenendo a Mirafiori. Tutti i cambiamenti legati all’elettrificazione sono una possibilità di successo in Europa. Non dimentichiamo che la 500 è la Fiat che ha vinto più premi.

Torino ha sempre avuto la capacità di guardare al futuro e di essere un laboratorio. L’attrattività di Torino per viverci e lavorare è molto alta e questo lo vedremo nei prossimi 10 anni. Torino è anche una città dove le dimensioni sono perfette, perché è sufficientemente grande per avere tutto quello che una città ti dà, ma non è troppo grande per averne le complicazioni. Tutto questo può giocare a favore di Torino anche perché quello che era un fattore limitante in passato, cioè la prossimità geografica, oggi non lo è più. Grazie al lavoro da remoto è possibile scegliere dove vivere e dare più peso alla qualità della vita.

Nel percorso di transizione ecologica in atto c’è il potenziale perché possa emergere una “nuova Tesla”. C’è molta eccitazione nella transizione energetica, e non solo per l’auto, a un certo punto immagino che da qui arriverà un’azienda da trilioni di dollari.

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