Biofuels e combustibili sintetici (e-fuels) non rappresentano una soluzione praticabile per decarbonizzare il trasporto su strada. La piena realizzazione degli obiettivi di neutralità climatica per questo settore, invece, è conseguibile attraverso l’elettrificazione dei veicoli. È questa la conclusione dell’analisi pubblicata da Transport&Environment (T&E), che giunge nel momento in cui a Bruxelles si riapre il dibattito sul ruolo che diverse tecnologie e vettori energetici potranno avere nella transizione ecologica. Lo studio dell’organizzazione ambientalista mette a confronto biofuels, e-fuels e auto elettrica, analizzando fattori di emissione di gas serra, efficienza, volumi produttivi (capacità di soddisfacimento della domanda) ed emissione di inquinanti locali.
“Biofuels e e- fuels – secondo T&E – mostrano limiti evidenti sotto diversi punti di vista. Nel corso dell’intero ciclo di vita, ad esempio, i veicoli alimentati con questi carburanti generano maggiori emissioni rispetto ai mezzi elettrici. Oltre a creare tensione sul mercato, entrando in competizione con le colture per uso alimentare, i biocarburanti tradizionali, inoltre, possono rilasciare un quantitativo di gas serra fino a 3 volte superiore nel confronto con il Diesel fossile. Per contro, i biocarburanti avanzati o prodotti a partire da rifiuti e residui sono in grado, in teoria, di ridurre le emissioni fino all’88% rispetto a un carburante fossile“. Questi vettori dunque, “non conseguono un obiettivo zero-emission e scontano la limitata disponibilità di quantitativi sostenibili delle materie prime da cui dipendono. Il loro impiego, di conseguenza, dovrebbe essere limitato ai comparti che non possono essere elettrificati facilmente“.
Sul fronte delle emissioni “non è meno netta la bocciatura degli e-fuels, peraltro tuttora inesistenti sul mercato. Essi genereranno, durante il ciclo di vita, il 53% di emissioni in più rispetto ai mezzi elettrici al 2030, anno in cui, secondo i dati dell’industria della raffinazione, gli e-fuels saranno disponibili presso i distributori, arrivando però a rappresentare appena lo 0.4% dell’offerta.
Le auto elettriche invece, già oggi e con l’attuale mix energetico, permettono di ridurre del 69% in media a livello Ue (e del 62% in Italia) le emissioni di CO2 lungo il ciclo di vita nel confronto con le auto a benzina”. Secondo T&E, “biocarburanti e combustibili sintetici, inoltre, evidenziano significativi problemi di efficienza, palesando rendimenti complessivi molto bassi dal processo di produzione fino alla combustione in un motore endotermico. A parità di chilometraggio, in particolare, alimentare un’auto a biocarburanti o a e-fuels può implicare un quantitativo di energia fino a cinque volte superiore rispetto a quello richiesto da un veicolo elettrico. Altro aspetto critico è la scarsa disponibilità di questi combustibili, una caratteristica che ne pregiudica un impiego significativo nella decarbonizzazione del settore auto”.
“Proprio a fronte dei limitati volumi disponibili – conclude T&E – i carburanti sintetici potrebbero essere utilizzati solo per decarbonizzare i cosiddetti settori hard to abate come il trasporto aereo e quello marittimo e sarebbero quindi sprecati se usati nelle auto“. L’analisi, infine, sottolinea il “forte impatto di biocarburanti ed e-fuels sulla qualità dell’aria nelle città. Durante la combustione nei motori endotermici, infatti, entrambi i combustibili producono livelli di emissione di particolato (PM) e ossidi di azoto (NOx) del tutto simili, se non addirittura superiori, a quelli associati alla benzina fossile“.