Sale l’auto in Europa: Italia controcorrente sull’elettrico

i concessionari mostrano cautela

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

Buone novelle per il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK). In marzo le immatricolazioni di autovetture sono state 1.422.147 con un incremento del 26,1% rispetto allo stesso mese del 2022, ma con un calo del 19,7% su marzo 2019 cioè sulla situazione ante-pandemia. La crescita di marzo è l’ottava consecutiva. L’inversione di tendenza dell’agosto scorso si sta dunque consolidando ed è dovuta essenzialmente a un aumento della produzione derivante dal miglioramento delle forniture di microchip e di altri componenti essenziali per la produzione di auto.

Considerando il primo trimestre 2023 la crescita in Europa Occidentale rispetto allo stesso periodo del 2022 è del 17,5%, ma il calo nei confronti della situazione ante-pandemia è ancora del 22%. La situazione del mercato è sostanzialmente analoga in tutti i cinque maggiori mercati dell’area, ma il quadro italiano è leggermente migliore perché il vuoto da colmare per tornare ai livelli ante-pandemia è del 20,6% nel nostro Paese contro il 29,5% del Regno Unito, il 25% della Spagna, il 24,2% della Germania, il 23,9% della Francia.

A fronte di questa situazione relativamente positiva dell’Italia vi è però nel nostro Paese un forte ritardo nella transizione energetica. In particolare, nei primi tre mesi di quest’anno la quota delle auto elettriche è salita dal 3,3% al 3,8% e la crescita è ovviamente un fatto positivo, ma è poca cosa se si considera che in Francia, Germania e Regno Unito la quota dell’elettrico puro è decisamente più alta che in Italia e continua a crescere.

I ritardi nello sviluppo della quota dell’auto elettrica nel nostro Paese sono dovuti anche ad un sistema di incentivi che quest’anno, come negli anni passati, rischia di vedere utilizzati soltanto parzialmente gli stanziamenti, peraltro non particolarmente generosi, previsti per auto elettriche e dintorni.

La questione degli incentivi all’elettrico e al mercato dell’auto in generale è al momento sul tappeto nel nostro Paese. Il Governo ha dichiarato la propria disponibilità ad intervenire anche con nuovi stanziamenti con l’obiettivo di ringiovanire il nostro parco circolante che è tra i più vecchi d’Europa.

E’ certamente un orientamento opportuno, ma va declinato con la necessità di superare rapidamente il divario rispetto ai partner europei con cui ci confrontiamo nella dotazione di auto elettriche e a ciò si aggiunge che, se i provvedimenti allo studio puntano a portare la situazione italiana ai livelli dei nostri principali partner della UE, opportuno sarebbe anche cogliere l’occasione per intervenite sulla detraibilità dell’Iva sugli acquisiti di automobili delle imprese.

RadiciGroup: più tecnopolimeri per l’auto in Cina

Foto: Il presidente di RadiciGroup, Angelo Radici

RadiciGroup rilancia sulla Cina e inaugura a Suzhou, nel distretto del Jiangsu che conta oltre 170 aziende italiane, un impianto di proprietà raddoppiando la capacità produttiva con investimenti da 35 milioni di euro per rafforzare l’offerta sui mercati dei tecnopolimeri in crescita grazie agli usi applicativi che vanno dall’automotive all’elettrico/elettronico, dai beni di consumo a quelli industriali. La struttura si sviluppa su 36mila mq con gli standard LEED Gold (Leadership in Energy and Environmental Design), innovativi su sostenibilità ambientale e sociale, di cui circa la metà dedicati alla produzione e alla ricerca e sviluppo.

“È un progetto che ha preso forma in piena pandemia del Covid-19, nel 2020, quando le autorità locali ci chiesero se eravamo intenzionati ad andare avanti con i nostri piani malgrado il momento difficile: la scelta fu fatta pensando al futuro”, spiega Alberto Sessolo, country area manager della multinazionale di Gandino (Bergamo). Malgrado l’economia cinese stia incontrando indubbie difficoltà, a partire dalla crisi immobiliare, il settore dell’auto elettrica è tra quelli più promettenti visto che quest’anno la Cina si appresta a superare il Giappone per export di veicoli.

“L’automotive è tra i principali utilizzatori di tecnopolimeri, il cui mercato in Cina è molto frammentato“, dice Sessolo. L’investimento in Cina si colloca in un piano di crescita globale con investimenti che, nell’area High Performance Polymers, ammontano nell’ultimo biennio a oltre 85 milioni di euro tra Nord America, Europa e Asia: ha un valore strategico perché punta a coprire anche la domanda del Sudest asiatico.

RadiciGroup, tra i leader mondiali di intermedi chimici, polimeri di poliammide, tecnopolimeri ad alte prestazioni e soluzioni tessili avanzate, ha registrato nel 2022 un fatturato totale di 1,542 miliardi di euro, con oltre 3.000 dipendenti in più di 30 siti produttivi e commerciali tra America, Europa e Asia. La divisione High Performance Polymers conta 8 siti produttivi nel mondo e un fatturato di 629 milioni di euro nel 2022, di cui il 15% generato in Cina.

Tutto elettrico? La partita è ancora aperta

Isabella TOVAGLIERI in the EP in Strasbourg

di Isabella Tovaglieri, europarlamentare

La partita in Europa non è chiusa: occorre informare di più i cittadini sulle criticità del passaggio dal motore endotermico all’auto elettrica e occorre fare squadra, in Italia e in Europa, a tutti i livelli politici e istituzionali, per affrontare l’appuntamento strategico del 2026, quando è previsto l’aggiornamento della direttiva sullo stop alle auto a combustione. In quell’occasione, dobbiamo essere pronti e uniti nel dare battaglia per ottenere tempi più dilazionati per la transizione ecologica e per avere il diritto di scegliere con quali tecnologie, oltre all’elettrico, potremo raggiungere gli obiettivi climatici imposti da Bruxelles.

Italia e Lombardia sono all’avanguardia nel campo dei biocarburanti, che possono avere un ruolo fondamentale nel salvare la nostra filiera dell’automotive. L’ambiente pone sfide importanti che non possono essere ignorate, tuttavia vogliamo una transizione sostenibile anche sotto il profilo economico e sociale, che sia capace di coniugare la tutela del clima con lo sviluppo dei nostri territori e delle nostre imprese, senza distruggere l’industria europea, senza rischiare di perdere 200mila posti di lavoro, di cui 70mila solo in Italia, e senza ipotecare il peso geopolitico dell’Ue sullo scacchiere mondiale, offrendo un vantaggio competitivo ai Paesi grandi inquinatori, come la Cina.

Siamo convinti che questo approccio, improntato al buonsenso e al pragmatismo, si dimostrerà più proficuo e conveniente, anche per il clima, rispetto all’impostazione ideologica e irrealistica adottata da Bruxelles.

#FORUMAutoMotive 2023: Di Risio e il boom della sua DR Automobiles

di Pierluigi Bonora

 

A #FORUMAutoMotive 2023, tappa di marzo, il fondatore e presidente di DR Automobiles, Massimo Di Risio, ha ricevuto il riconoscimento di “Personaggio dell’anno”. Eccolo spiegare i segreti del successo del gruppo automobilistico che opera a Macchia d’Isernia, in Molise, assemblando parti di vetture provenienti direttamente dalla Cina. Per la sua azienda lavorano circa 500 persone e quello di DR Automobiles è un importante contributo per lo sviluppo dell’economia di quel territorio.

In questa intervista, Di Risio parla anche dei momenti di difficoltà vissuti e superati, dell’idea di proporre le prime auto prodotte negli ipermercati, oltre che dei nuovi programmi in fase di lancio.