UNEM e gli e-fuels: scelta UE che fa discutere

Foto: Claudio Spinaci, presidente di UNEM

“L’accordo tra Commissione europea e Germania per il riconoscimento degli e-fuels quali carburanti da impiegare nei motori a combustione interna anche dopo il 2035 rappresenta una risposta molto parziale“. Ad affermarlo in una nota è UNEM, Unione nazionale energie per la mobilità, sottolineando che “pur riconoscendo l’esistenza di tecnologie alternative al modello full electric per la decarbonizzazione dei trasporti, trascura altre tipologie di carbon neutral fuels come i biocarburanti avanzati, quindi non in competizione con le colture alimentari, e i recycled carbon fuels, prodotti in grado di abbattere le emissioni di CO2 nei trasporti fino al 100% e di essere immediatamente utilizzabili nel parco auto in circolazione senza bisogno di nuove infrastrutture per la loro distribuzione”.

Prodotti che, stando a quanto si è appreso sinora, rileva UNEM, “sarebbero stati espressamente lasciati fuori dall’accordo dal momento che la formulazione utilizzata dalla Commissione per identificare i carbon neutral fuels, sarebbe limitata ai renewable liquid and gaseous fuels of nonbiological origin, come definiti nella Direttiva 2018/2021.

Una scelta che sorprende visto che così si escludono soluzioni già disponibili, in cui in Italia siamo all’avanguardia, limitandone fortemente l’ulteriore sviluppo anche alla luce di quanto previsto dell’Inflation Reduction Act, varato dall’Amministrazione Biden, che ha previsto sostanziosi incentivi per la promozione di tutti i carburanti alternativi, biocarburanti compresi, e lo sviluppo di nuove infrastrutture per la loro produzione e distribuzione.

In questo modo, sottolinea UNEM, “l’Europa rischia di perdere terreno sul fronte dello sviluppo industriale di biocarburanti e recycled carbon fuels, anche se derivati da materiali plastici, e delle catene di valore a essi collegate. Solo estendendo il concetto di carbon neutral fuels a tutte le opzioni tecnologiche, in larga parte già oggi sul mercato, si potrà raggiungere l’obiettivo della decabonizzazione di tutti i tipi di trasporto attivando le necessarie economie di scala in grado di rendere la transizione socialmente ed economicamente sostenibile“.

L’appello di ANIASA: ferie, noleggio e… cinesi che ne approfittano

“Invitiamo i turisti interessati a utilizzare un’auto a noleggio per le proprie vacanze nei giorni di Pasqua a prenotarla tempestivamente. Solo così potranno assicurarsene la disponibilità. Anche quest’anno, infatti, rischia di essere insufficiente il numero di vetture disponibili per la flotta del noleggio a breve termine, alle prese con le limitazioni nelle forniture da parte delle Case automobilistiche da oltre un anno e mezzo”.

È questo l’appello lanciato da ANIASA, l’Associazione che in Confindustria rappresenta i servizi di mobilità in Confindustria. “L’impossibilità di raggiungere un adeguato numero di veicoli in flotta per rispondere alla domanda di mobilità a breve termine continua a rappresentare un serio problema per gli operatori. Lo scorso anno abbiamo inserito nel nostro parco un numero di veicoli pari a quasi la metà di quelli registrati nel 2019”, evidenzia Giuseppe Benincasa, direttore Generale ANIASA, “un fenomeno causato principalmente da due fattori: la perdurante scarsità di prodotto sul mercato e le politiche commerciali delle Case automobilistiche che continuano a privilegiare altri canali di vendita”.

“Anche quest’anno alla vigilia della stagione turistica che potrebbe fornire una boccata d’ossigeno agli operatori, ancora lontani dai numeri di noleggi del pre-pandemia”, segnala Benincasa, “ci ritroviamo con una flotta assai meno numerosa di quanto ci si potesse attendere. Lo scorso anno abbiamo sopperito a questa criticità tenendo i veicoli in flotta oltre la canonica durata di 8-10 mesi, ma quest’anno non è possibile seguire la stessa strada, con vetture che hanno raggiunto ormai una permanenza media in parco di oltre 16 mesi. Per sopperire a queste dinamiche gli operatori sono oggi impegnati nella ricerca di nuovi canali di approvvigionamento e stanno volgendo con crescente interesse lo sguardo verso i veicoli dei costruttori cinesi, maggiormente disponibili sul mercato. Un trend in fase di ulteriore consolidamento a causa dell’indecisione sui tempi della transizione energetica, che invece di rafforzare la filiera europea sta registrando un lento ma progressivo allargamento della presenza asiatica”.

Sicurezza stradale: il fattore pneumatici da non trascurare

di Roberta Pasero

In auto la parola d’ordine è sempre la stessa, d’estate come d’inverno: sicurezza. “Una sicurezza che dipende dal tipo di pneumatico con cui è equipaggiata la vettura, a prescindere dalla cilindrata o dal tipo di alimentazione”, spiega Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma, a margine dell’intensa giornata di prove sul ghiacciodromo di Livigno per testare la differenza tra il montare d’inverno le gomme adeguate alla stagione e affidarsi a quelle che non rispondono ai requisiti di sicurezza.

Bertolotti consiglia come sceglierle e come districarsi nell’acquisto anche sul mercato online.

 

Prova su strada: Suzuki Swift 1.2 Hybrid Top All Grip

A cura di Safe-Drive

Questa settimana la prova su strada di Safe-Drive si concentra su uno dei modelli best seller del marchio SuzukiSwift gode infatti di un ampio consenso sul mercato italiano, in particolare grazie alle dimensioni compatte, all’utilizzo di materiali di qualità e alla commistione equilibrata tra prestazioni e consumi.

In questo caso il sistema ibrido si avvale di una potenza totale di 83 cv, di una coppia massima di 107 Nm 2.800 giri. A questo si aggiunge la trazione integrale, espressa in particolare attraverso l’efficace e ampiamente collaudato sistema All Grip.

Bilancio ANFIA: export e import nel 2022

Nel totale annuo del 2022, l’import di autoveicoli nuovi in valore verso l’Italia risulta in crescita (+5,4% rispetto al cumulato del 2021), nonostante il marcato calo nel comparto dei veicoli industriali, che registrano una flessione del 25,6%. Il comparto delle autovetture, mostra invece un segno positivo (+11,3%).

L’export in valore risulta in aumento rispetto a quello del periodo gennaio-dicembre 2021, +11,3%, grazie soprattutto alle autovetture esportate (+14,9%); anche il valore dei veicoli industriali è in aumento, ma in lieve misura (+2,3%). Il saldo è negativo (oltre gli 9,49 miliardi di euro) per le autovetture, ma positivo per i veicoli industriali (+1,75 miliardi di euro). Mentre l’import di autoveicoli ha origine quasi totalmente da Paesi europei (il 91,3% del valore totale importato), l’export con destinazione Europa rappresenta, nel cumulato del 2022, il 61,4% del totale. Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato di destinazione extra europeo (18,2%), seguiti da Cina (5,4%) e Giappone (3,9%).

Per quanto riguarda il comparto della componentistica, nel periodo analizzato, crescono sia l’import che l’export (rispettivamente +14,3% e +7,1%), con un saldo positivo di 5,21 miliardi di euro (era di 5,95 miliardi nel periodo gennaio-dicembre 2021). L’Europa rappresenta il 75,7% del valore dell’import ed il 77,1% del valore dell’export. Al di fuori del continente europeo, la prima macroarea di origine è l’Asia, da cui l’Italia importa il 17,6% di parti e componenti (in valore), mentre la prima macroarea di destinazione dell’export è il Nord America: 10,4% del totale. Autoveicoli nuovi e componenti, insieme, hanno generato nel totale annuo, importazioni pari al 6,7% dell’import totale dell’industria (8,5% se considerata al netto dell’energia) ed il 6,7% dell’export (7,0% al netto dell’energia).

Bici elettriche: perché è il loro momento

Le e-bike stanno vivendo un momento di grande popolarità. Secondo gli ultimi dati resi disponibili da Ancma, nel 2021 in Italia sono state vendute 295.000 bici elettriche rispetto alle 280.000 dell’anno precedente. Ma non solo, si tratta infatti di un fenomeno destinato a crescere e lo testimoniano le scelte del Parlamento Europeo che lo scorso febbraio, nell’ottica di una politica di sviluppo della mobilità sostenibile, ha infatti approvato la Cycling strategy che invita gli Stati membri ad aumentare gli investimenti nella costruzione di infrastrutture ciclabili.

Alla luce di queste premesse, e con sempre più italiani interessati ad effettuare un acquisto, quali sono gli elementi da considerare prima di acquistare una e-bike? Cambiobike, società del gruppo Unipol e sito e-commerce che vende oltre 70 modelli di bici elettriche, oltre a offrire un servizio a 360 sull’e-bike, ha stilato un decalogo con alcuni degli elementi più interessanti da prendere in considerazione quando si acquista una bici elettrica.
Ecco, allora, la ricarica overnight, facile e alla portata di tutti, del peso di una bici elettrica, del fatto che non serve una patente di guida né un’età minima per poterla guidare. Ancora, si parla dell’utilizzo del caso, delle diverse fasce di prezzo e della possibilità di valutare un’assicurazione e la stipula di un finanziamento.

1 – Ricarica overnight: facile e alla portata di tutti

A differenza di quanto si potrebbe pensare, ricaricare l’e-bike a casa propria è molto semplice. Non è necessario incrementare il voltaggio domestico, e l’intera operazione ha una durata variabile dalle due alle sei ore (massimo), quindi la bici si può comodamente caricare nelle ore notturne, per poi essere utilizzata al mattino seguente.

Tutte le biciclette elettriche attualmente in commercio hanno un’ottima autonomia che, a seconda ovviamente del modello e dell’utilizzo, può arrivare anche a 150 km. Una ricarica notturna, e in certi casi anche settimanale, può essere quindi più che sufficiente per un impiego della bici in totale tranquillità.

2 – Il peso dell’e-bike non deve scoraggiare

Sebbene il peso delle e-bike sia mediamente superiore a quello di una bicicletta muscolare (soprattutto per via del motore e della batteria, nel tempo la differenza tra le due si è andata assottigliando e oggi sono in commercio e-bike leggerissime che arrivano a pesare anche solo 10 kg chili. Il peso, in ogni caso, non costituisce un vero limite o un elemento di complessità nell’utilizzo, a differenza di quanto accadeva agli albori delle e-bike. Oggi, infatti, i principali produttori hanno ottimizzato ogni aspetto relativo alla maneggevolezza e alla gestione su strada del mezzo.

3 – Non è necessaria la patente di guida

La maggior parte delle e-bike, e la totalità di quelle offerte da Cambiobike, sono omologate come cicli e hanno potenza e velocità limitate (fino ai 25 km/h). A differenza di quanto si potrebbe supporre, non è quindi necessario possedere una patente di guida per poterle guidare su strada.

4 – Non esiste un’età minima per amare l’e-bike

E-bike con potenza fino a 250 Watt e velocità massima 25 km/h sono equiparate, dal nostro codice della strada, ai velocipedi e quindi possono essere guidate anche da persone che non hanno raggiunto la maggiore età. L’e-bike è quindi un mezzo adatto a tutta la famiglia o perché no un giusto compromesso per i più giovani, desiderosi di un mezzo autonomo, di facile utilizzo e più sicuro di altre opzioni elettriche sul mercato.

5 – La tecnologia sta facendo passi da gigante

Oltre alla praticità c’è di più: a oggi in commercio possiamo trovare biciclette elettriche che spiccano per design accattivante, materiali innovativi e tecnologie di ultima generazione. Sono ormai lontani i tempi delle e-bike un po’ goffe dall’immaginario un po’ agée. Il livello tecnologico è avanzato non solo dal punto di vista ciclistico (motori con potenze paragonabili a motocicli, batterie intelligenti, ABS e cambi a variazione continua), ma anche digitale (connessione nativa a internet, gestibilità da remoto e telecamere on-board).

6 – Anche se non obbligatorio il casco è sempre consigliato

Secondo il Codice della strada il casco non è obbligatorio ma è comunque molto consigliato, al fine di rendere l’e-bike un mezzo ancor più sicuro. Abbigliamento adeguato e porta telefono rendono poi gli spostamenti ancora più semplici, in città come nei contesti cicloturistici.

7 – Modelli diversi per ogni occasione d’uso

Pedalata assistita? Molto di più. Non esiste un unico tipo di e-bike. Urban, trekking, gravel e mountain bike, ad ogni percorso la propria bici. Sono tantissimi  i modelli oggi disponibili sul mercato. A seconda dell’utilizzo che si vuole fare, dall’andare a lavoro in un contesto urbano al cicloturismo più impegnativo, cambia la tipologia di e-bike da prendere in considerazione. Prima di effettuare l’acquisto, quindi, è fondamentale capire l’utilizzo, considerando anche che ci sono modelli adatti a più occasioni.

8 – Fasce di prezzo non più proibitive come un tempo

L’e-bike è un prodotto tecnologicamente avanzato per il quale è bene non scendere eccessivamente a compromessi a discapito di qualità e performance. Nonostante ciò, a oggi la tecnica e il mercato hanno visto importanti sviluppi, è infatti ormai possibile accedere ad e-bike di qualità più che accettabile a costi non eccessivi. Vi sono infatti e-bike di marchi di prima fascia, con un eccellente rapporto qualità prezzo, acquistabili a meno di 2000 euro.

9 – Valutare la stipula di un’assicurazione

Spostarsi con l’e-bike può essere ancora più sicuro con la giusta assicurazione. Sebbene infatti non sia obbligatorio assicurare il proprio mezzo, poter contare su una copertura che tuteli in caso di danni o furti è una maggiore fonte di tranquillità quotidiana. In particolare, Cambiobike offre la protezione BikeCare, Furto e Kasko, come opzione su tutte le e-bike. È inoltre disponibile il servizio SOS Bike, un esclusivo servizio di soccorso sempre incluso nel prezzo d’acquisto

10 – Per acquistare un’e-bike esistono anche i finanziamenti

Talvolta il prezzo di una bicicletta elettrica potrebbe essere un deterrente all’acquisto, per ovviare a questo Cambiobike ha ideato un sistema di finanziamenti, classici o con le innovative formule Cambio12 e Cambio24, che consentono di gestire piccole rate, dando inoltre la possibilità di restituire, cambiare o tenere la propria e-bike al termine di uno o due anni di finanziamento. Ad oggi il 60% dei clienti di Cambiobike sposa questa opzione, preferendola all’acquisto standard.

Bio-fuels: esclusione assurda, addio posti di lavoro

di Paolo Borchia, europarlamentare

Con il voto di Bruxelles il nostro Paese rischia di subire una strage di posti di lavoro. Ma la partita non è finita e confidiamo che il buonsenso torni a prevalere altrimenti ci troveremo davvero di fronte a una schizofrenia ambientalista scollata dalla realtà. È assurdo escludere i biocarburanti, tecnologicamente maturi e disponibili a prezzi accettabili, a scapito dei carburanti sintetici.
Questo conferma che la transizione ecologica è affare per ricchi e viziati.

Con l’ok definitivo agli e.fuels il nostro Paese sarà costretto a subire una vera e propria strage di posti di lavoro. Il provvedimento è passato, fatalità, con il voto favorevole della Germania che ha ottenuto una deroga per i combustibili sintetici. Non posso nascondere la mia forte preoccupazione per lo strapotere delle Case automobilistiche tedesche, favorite da una Commissione europea connivente che mette in secondo piano le fasce più deboli della popolazione.

Questo stop è uno schiaffo alla neutralità tecnologica: alcuni produttori saranno messi fuori mercato per legge. Alla faccia dei principi sbandierati della decantata normativa europea sulla concorrenza.

Opel GSE: tre lettere, un valore

di Roberta Pasero

Opel GSE si fa in 3. Tre modelli plug-in hybrid Astra, Astra Sports Tourer e Grandland, due in versione black & white in posa con Federico Scopelliti, direttore Opel Italia in Stellantis. Che racconta come le tre lettere GSE sono il fil rouge tra la storia del marchio tedesco, quando erano l’abbreviazione di Grand Sport Einspritzung (Gran Sport Iniezione) che compariva su Opel Commodore e Opel Monza, e il suo futuro.

Oggi GSE é un nuovo marchio sportivo e top di gamma che significa Grand Sport Electric e che  accompagnerà Opel verso il mondo a emissioni zero.

Una Kia EV6 speciale? Tutta in mattoncini Lego

di Roberta Pasero

Crisi dei semiconduttori? E allora Kia lancia l’auto a mattoncini Lego. Una EV6 a grandezza naturale, un modo per festeggiare la terza posizione tra i 10 top global sales 2022.

Realizzata in 4 mesi da 5 persone con 350mila mattoncini. 

Auto e transizione green: e ora più coraggio

di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

La fermezza dell’Italia garantisce un’altra possibilità di sopravvivenza ai motori a combustione, anche dopo il 2035. Ora è necessario più coraggio. L’approccio ideologico della Commissione si è limitato ad aprire agli e-fuels, confidiamo che gli esperti sappiano dimostrare anche la piena sostenibilità dei biocarburanti.

In questo senso va letta la posizione del nostro governo a Bruxelles: non è ancora sufficiente e siamo determinati affinché prevalga la ragionevolezza. Gli obiettivi restano sempre gli stessi: difesa dell’ambiente, tutela del lavoro, protezione delle imprese. E l’anno prossimo, con il voto, ci saranno nuovo Parlamento e nuova Commissione: la partita non è finita.