Milano e i 30 orari di Sala: altre complicazioni inutili

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Limite di velocità a 30 orari a Milano? È l’ennesima scelta demagogica che certamente produce riscontri mediatici immediati, ma che nel medio e lungo periodo non garantirà alcun beneficio per la città e i cittadini. Proprio come avvenuto per Area B e C e per la politica della sosta. I dati più recenti ci dicono infatti che a Milano e nell’area metropolitana la qualità dell’aria non migliora, anzi l’esatto contrario.

 

La Milano che cresce ed è sempre più apprezzata sia in termini economici-produttivi sia come attrattività turistico-imprenditoriale, sul tema della mobilità fa invece come i gamberi marciando in direzione opposta al progresso e arroccandosi in posizioni che anche con l’ambientalismo, quello vero, e la sicurezza stradale hanno poco a che fare.

 

Infatti, se introdurre i limiti davanti alle scuole e in alcune vie di quartiere è sensato, estenderli a tutta la città è una follia. Mi auguro che l’approvazione di questo ordine del giorno rimanga solo una boutade ideologica e che alla fine prevalga il buon senso. Un provvedimento del genere non diminuirà la circolazione dei veicoli e l’inquinamento, ma complicherà e rallenterà la vita della città,

 

Milano e’ veloce e dinamica e così deve continuare a essere. Inoltre, non c’è proporzione tra il limite a 25 per i monopattini e quello a 30 per le auto. La capacità di frenata e’ diversa. Si cominci, invece, a far rispettare le regole. Tutti i dati ci dicono che la prima causa di incidenti in ambito urbano e’ la distrazione, non la velocità. E la seconda è il mancato rispetto delle precedenze, cioè non fermarsi allo stop e passare con il rosso.

 

Dunque, se il tema è la sicurezza stradale bisogna solo far rispettare le regole e se, invece, si punta a migliorare l’ambiente questa non è la soluzione giusta, perché con un limite di velocità più basso si creano ingorghi e inquinamento.

Bollette energia: dopo la botta del 2022, non si abbassi la guardia

 

Oltre 3.100 euro, vale a dire circa 1.340 euro in più rispetto al 2021 (+76%); è questa la spesa complessiva che, secondo l’analisi di Facile.it, una famiglia tipo (consumo annuo elettrico 2.700 kWh, 3kw di potenza; 1.400 smc annui per il gas) con un contratto di fornitura nel mercato tutelato ha dovuto sostenere lo scorso anno per pagare le bollette di luce e gas.

Nello specifico, per l’energia elettrica nel 2022 gli italiani hanno messo a budget circa 1.320 euro, il 109% in più rispetto al 2021, mentre per il gas – considerando anche la tariffa di dicembre 2022 – l’aumento è stato di circa il 60%, con una bolletta che ha raggiunto i 1.790 euro.

“Nel 2022 le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con tariffe mai così care – spiega Mario Rasimelli, Managing Director Utilities di Facile.it – e anche per il 2023, nonostante alcuni segnali positivi, come ad esempio il calo del prezzo dell’elettricità nel mercato tutelato per il primo trimestre dell’anno, i fattori di incertezza rimangono numerosi e le bollette elevate, pertanto  il consiglio è di non abbassare la guardia, continuare ad essere virtuosi in ambito domestico e monitorare le offerte del mercato libero così da cogliere eventuali opportunità di risparmio”.

I test di Safe-Drive: Hyundai Ioniq 5

Il design innovativo da concept car e le tecnologie smart all’avanguardia sono tra i principali punti di forza di Hyundai Ioniq 5, crossover 100% elettrico. La piattaforma Electric Global Modular ideata dal marchio coreano ha consentito di rendere più rapida la ricarica e allo stesso tempo di migliorare l’autonomia.

La versione di Hyundai Ioniq 5 provata in questa occasione da Safe-Drive è dotata di una batteria da 77,4 kWh che aiuta a ottenere anche ottime prestazioni compresa l’accelerazione da 0 a 100 km/h coperta in 5 secondi e 1 decimo. Nell’abitacolo spiccano i due display da 12,3” che compongono il Cluster Super Vision.