2023: anno di rinnovo degli organi direttivi

Paolo Scudieri, Anfia

di Paolo Scudieri, presidente di ANFIA (su gentile concessione di ANFIA, pubblichiamo la lettera che il presidente ha inviato alle aziende associate in occasione del nuovo anno)

 

il 2022 non potremo che ricordarlo come un anno imprevedibile. Trascinando con sé fin dall’inizio la crisi delle materie prime, dei semiconduttori e della logistica già sperimentate nel 2021, ha toccato il suo momento più cupo a febbraio, con lo shock del conflitto in Ucraina, la conseguente crisi internazionale e gli effetti di instabilità che ci accompagnano tuttora. Ulteriori rallentamenti e blocchi nelle catene di approvvigionamento globali hanno causato altrettanti ritardi nella filiera produttiva – fortemente penalizzata anche dall’impennata dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, 3-4 volte superiori rispetto al periodo pre-crisi – e quindi un disallineamento tra domanda e offerta. Abbiamo quindi lavorato con il governo affinché mettesse in campo degli interventi settoriali e trasversali sia per affrontare l’incremento dei costi energetici, sia, più in generale, per far fronte alle contingenze che stanno mettendo a dura prova il sistema produttivo e quindi i vari settori merceologici da noi rappresentati.

 

È anche stato un anno in cui si sono fatti passi avanti nella roadmap di decarbonizzazione della mobilità voluta dall’UE. A febbraio è stato finalmente istituito dal ministero dello Sviluppo Economico uno specifico Fondo automotive con una programmazione pluriennale, fino al 2030, delle risorse stanziate – 8,7 miliardi di euro – sia per le misure di supporto alla domanda, per la diffusione delle tecnologie a zero e bassissime emissioni, sia per gli strumenti di accompagnamento alla riconversione produttiva della filiera – soprattutto per le imprese ancora unicamente concentrate sulla tecnologia dei motori a combustione interna, chiamate a investire in ricerca e sviluppo, nuove competenze e nuovi impianti – parte integrante di un ampio piano di politiche industriali per il settore.

 

Si è trattato di un importante passo, da tempo atteso, che riteniamo essere in buona parte frutto del costante confronto da noi portato avanti negli anni con gli interlocutori governativi nazionali ed europei sui temi chiave della transizione, corredato da dettagliate analisi delle ricadute della regolamentazione europea sul nostro tessuto industriale e dalla presentazione di proposte concrete a supporto delle istanze delle imprese italiane della filiera.

 

Una bella notizia è arrivata a giugno, quando la neo costituita Iveco Group ha annunciato il possibile ritorno delle produzioni in Italia, con l’introduzione e lo sviluppo di tecnologie di ultima generazione per i veicoli per il trasporto collettivo di persone a zero e a basse emissioni. Un bel contributo al riposizionamento competitivo della filiera industriale degli autobus italiana, nonché un segnale concreto dell’attuazione delle opportunità offerte dal PNRR per valorizzare investimenti e sviluppo di nuove soluzioni di mobilità.

 

In occasione del cambio di governo, abbiamo stilato un manifesto per sensibilizzare tutte le parti politiche sulle priorità dell’industria automotive per i prossimi cinque anni, che saranno cruciali per salvaguardarne la competitività internazionale e l’occupazione e per vincere le sfide tecnologiche e normative in corso.

Intanto, il mercato degli autoveicoli chiude l’anno su volumi ancora lontani dai livelli pre-pandemia e con un calo del 9,7% rispetto al 2021. Le stime sui volumi della produzione italiana di autoveicoli si attestano su una chiusura intorno a 750.000 unità (-6% circa rispetto al 2021), con un orizzonte futuro ancora lontano dalla soglia ideale di almeno 1 milione di unità prodotte e non privo di preoccupazioni, considerando che la crisi dei semiconduttori ci accompagnerà ancora nel 2023, insieme all’aumento dell’inflazione, agli elevati costi di produzione e al rischio di recessione economica. Ora che le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo sui nuovi target di emissioni di CO2 (-100% rispetto ai livelli del 2021) di auto e veicoli commerciali leggeri al 2035 – la prima intesa del pacchetto normativo Fit for 55, mentre è attesa a inizio 2023 la proposta dei nuovi target per i veicoli industriali – è richiesto alla filiera automotive italiana e all’intero sistema Paese un rapido ed effettivo cambio di passo.

Nei nostri recenti confronti con l’Esecutivo, abbiamo evidenziato: l’opportunità di identificare ulteriori strumenti volti ad ampliare le possibilità delle imprese di avviare investimenti e riconversioni produttive, anche negoziandone di nuovi a Bruxelles, laddove necessario; di far approvare in UE un transition fund per la riconversione che tenga conto degli impatti della transizione nei diversi Paesi; di ridiscutere la proposta della Commissione europea sul nuovo standard Euro 7.

 

Un programma intenso di attività ci attende quindi per il 2023, anno in cui si concluderà il mio mandato di Presidente e verranno rinnovati gli organi direttivi, in accordo con il nuovo statuto ANFIA appena approvato. Ne approfitto per ringraziarvi fin d’ora del sostegno e della partecipazione che avete mantenuto alti in questi anni e che rappresentano la linfa vitale della vita associativa. Non mi resta che fare a tutti gli auguri di Buon anno, anche a nome dei Vice Presidenti ANFIA, Silvio Angori, Massimo Repetto e Marco Stella.

 

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