Automotive: più attenzione alle politiche industriali

di Andrea Orlando, ministro del Lavoro

 

Non dobbiamo vedere il passaggio all’elettrico solo come un ossequio alla transizione ecologica, ma anche come un tentativo di fare i conti con domande diverse che cittadini e consumatori metteranno in campo e come elementi che hanno a che fare con le modalità con cui ci si muoverà in futuro.

 

Credo che ci sia da riflettere sull’impatto complessivo della nuova auto che si profila, provare a discutere insieme su come mettere a sistema lo sforzo convergente tra l’azione di regolazione degli operatori pubblici e gli investimenti degli operatori economici sul fronte delle nuove tecnologie e delle nuove infrastrutture materiali e immateriali.

 

Dobbiamo provare a fare un ragionamento di carattere sistemico, non un ping pong tra sistema degli incentivi e scelte di carattere imprenditoriale. Il punto fondamentale è provare a spostare l’attenzione sul tema delle politiche industriali. Abbiamo avanzato una proposta con altri Paesi europei che riguarda la possibilità di trasformare “Sure”, lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione, in una misura di carattere strutturale, che affronti l’impatto sociale, l’esigenza di reskilling dei lavoratori nel settore, le modalità attraverso le quali le imprese possono gestire questa transizione.

 

Le ricadute della transizione ecologica, i dividendi della lotta ai cambiamenti climatici, saranno uguali su tutto il Continente, ma l’impatto della transizione sarà differenziato a seconda della presenza di manifatturiero e della tradizione legata all’automotive dei diversi Paesi. Questo implica l’esigenza di una mutualizzazione dei costi di questo passaggio. Credo che, in generale, avremmo bisogno di un momento nel quale fare gli Stati generali della transizione ecologica e cominciare a capire come si ripartiscono i pesi, quali sono i segmenti della filiera che saranno più in sofferenza e come gli altri segmenti aiutano quei pezzi.

Bosch: impegno nel sociale e investimenti sul futuro della mobilità

di Pierluigi Bonora

Bosch nel segno della fiducia e della volontà di contribuire a sconfiggere la «sindrome della capanna», cioè la paura di uscire di casa che ancora affligge un milione di italiani. Tutta colpa dell’onda lunga della pandemia che tanto ha influito e sta ancora influendo sul benessere mentale di molti. Da qui la campagna di sensibilizzazione, con protagonista Marco Mengoni, nelle tre recenti tappe del tour (Udine, Milano, Roma), intitolata #UnaBuonaRagione e organizzata con Progetto Itaca

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Altroconsumo sull’auto elettrica: scelta sostenibile?

Gli scenari attuali impongono di ripensare a soluzioni maggiormente sostenibili per il nostro quotidiano. Tra gli aspetti con ampi margini di miglioramento vi è senza dubbio la mobilità. Per gli italiani l’automobile rappresenta il mezzo preferito: tra i modelli presenti sul mercato quelli elettrici risultano più sostenibili rispetto alle auto convenzionali a diesel o a benzina. Ma quanto lo sono effettivamente? Altroconsumo, in collaborazione con ICRT, la rete internazionale di organizzazioni di consumatori di cui fa parte, ha partecipato ai test Green NCAP, l’analisi dell’impronta ecologica dei veicoli lungo il ciclo di vita degli stessi. Oltre 60 veicoli elettrici, a benzina, Diesel e ibridi sono stati sottoposti all’analisi del cosiddetto LCA (Life Cycle Assessment), ovvero lo studio dell’impatto di tutti i processi di produzione e di utilizzo del mezzo fino al suo fine vita.

 

In materia di mobilità sostenibile, dalla scorsa primavera l’ecobonus auto è tornato operativo, rappresentando un importante supporto economico per imprese, rivenditori e consumatori. I concessionari auto possono registrare sulla piattaforma online del MiSE i contratti di vendita di tutti i modelli che beneficiano degli eco-incentivi, stipulati a partire dal 16 maggio scorso. Ecobonus auto, dunque, pienamente operativo: da 2 a 5 mila euro per l’acquisto di auto elettriche e ibride ricaricabili (anche senza rottamazione), ma anche su alcuni modelli di diesel, benzina, Gpl e metano. Su altroconsumo.it è possibile verificare su quali modelli si applica e quanto costano applicando il bonus.

 

I consigli forniti da Altroconsumo in questa indagine rientrano tra le iniziative del progetto RESSS, finalizzato a orientare i consumatori nella transizione verso un’economia circolare, al fine di compiere azioni più ecologiche e rispettose dell’ambiente. Il progetto RESSS (Rendiamo semplici le scelte più sostenibili), finanziato da MiSE, ha proprio l’obiettivo di informare i consumatori su requisiti e modalità per la richiesta di Bonus, promuovendo l’accesso agli incentivi attuali messi a disposizione dal Governo. Da maggio sono state ricevute oltre 1640 richieste di contatto da parte di consumatori interessati ad avere informazioni su bonus, ecobonus e incentivi.

 

Il ciclo di vita di un’automobile spazia dall’estrazione e trasporto delle materie prime che servono a produrla fino alla demolizione, allo smaltimento e al riciclo delle componenti. In particolare, viene studiato l’impatto sul riscaldamento globale (cioè le emissioni di gas serra, come l’anidride carbonica) e il suo consumo di energia. I risultati dei test completi di Green NCAP sono pubblici e consultabili sul sito www.greenncap.com. Occorre tenere a mente però che l’analisi del ciclo di vita di un’auto non dipende esclusivamente dal modello in sé. Ad esempio, l’LCA di un’auto elettrica è legata infatti sia alle caratteristiche tecniche del veicolo, sia a come viene prodotta l’energia elettrica con cui la si ricarica: in quale percentuale proviene da fonti rinnovabili e in che percentuale da fonti fossili. Il risultato può quindi variare di Paese in Paese, a seconda della percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili in ognuno.

 

L’LCA presenta qualche limite, perché diversi aspetti (come l’estrazione dei materiali o la produzione di componenti) non possono essere calcolati in modo preciso modello per modello, oppure non risultano disponibili. Questa la ragione per cui si utilizzano dati medi, provenienti da enti di ricerca specializzati, ma il risultato non è un valore tecnico univoco. In compenso, l’LCA è lo strumento migliore per confrontare l’impatto di automobili di diverso tipo, in quanto è l’unico che tiene conto dell’intero ciclo di vita.

 

A differenza dei tradizionali test di omologazione delle auto, spesso quasi teorici perché realizzati solo tra le mura del laboratorio, il test Green NCAP prevede anche prove di guida su strada molto realistiche. Nelle prove di impatto ambientale in strada si nota come lo stile di guida possa incidere fortemente sui consumi di carburante e di energia della vettura. La differenza si nota soprattutto nelle auto ibride ricaricabili, cioè quelle in cui la batteria può essere ricaricata come quella di un’auto elettrica: ricaricandole spesso e viaggiando in modalità elettrica i consumi sono contenuti, mentre se non le si ricarica e si passa al motore a combustione i consumi cambiano del tuttoPer le auto tradizionali la combustione del carburante durante la guida è la fase più impattante a livello ambientale. Per quanto riguarda le auto elettriche, invece, la fase dell’LCA che impatta di più sull’ambiente è quella della produzione, in particolare delle batterie e del loro smaltimento a fine vita.

 

Le categorie di auto nel mercato europeo vengono indicate con le lettere dell’alfabeto: i modelli presi in esame rientrano nel segmento B e C, ovvero utilitarie e auto di media grandezza. Le vetture piccole sono quasi sempre migliori delle grandi, perché hanno un peso minore, consumano di meno e richiedono batterie più piccole. Se non si hanno esigenze particolari, acquistare un’auto di media o piccola dimensione è già un buon criterio di scelta ambientaleNel test l’auto elettrica impatta molto meno sulle emissioni di gas serra lungo l’intero ciclo di vita: circa il 30% in meno degli altri mezzi.

 

Rispetto all’utilizzo totale di energia invece non risulta così competitiva, anche se resta il tipo di veicolo migliore; il punto di forza delle auto elettriche rispetto a quelle tradizionali è infatti l’alimentazione con energia proveniente da fonti rinnovabili. Anche se il consumo di energia totale nell’intera vita del veicolo è più o meno lo stesso, c’è il grande vantaggio che una buona parte di questa non proviene da fonti fossili, come avviene per le auto a benzina o Diesel. Il maggior ricorso a un’energia pulita permette di ridurre le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas a effetto serra.

 

Questi dati evidenziano quanto sia importante che sempre più energia venga prodotta da fonti rinnovabili; a tal proposito l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) ha tracciato nel suo report “Net Zero by 2050 – A Roadmap for the Global Energy Sector (NZE 2050)”, pubblicato lo scorso anno, la tabella di marcia per giungere a emissioni nette nulle (net zero) di CO2 entro il 2050 e limitare la crescita della temperatura media globale a +1,5°C. Secondo lo scenario IEA le rinnovabili potranno coprire il fabbisogno elettrico mondiale al 90% e che nel 2050 il solare potrà essere la fonte più importante di energia. In questo modo anche l’impatto ambientale delle vetture elettriche calerà ulteriormente. Si richiede quindi un grande sforzo da parte degli organi governativi a livello nazionale e mondiale, affinché possano attuare concretamente un percorso di sviluppo per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

L’auto in Europa: 12 mesi di calo continuo

di Gianmarco Giorda, direttore di ANFIA

Con l’ulteriore ribasso delle immatricolazioni registrato dal mercato auto europeo a giugno (-15,8%), arriviamo a dodici mesi consecutivi in flessione. Tutti i maggiori mercati registrano una flessione nel mese, continuando a riscontrare difficoltà nel reperimento di alcune materie prime e componenti, una condizione che si protrae ormai da molto tempo e che, unita all’avvio della stagione estiva, notoriamente  caratterizzata da volumi bassi, non lascia sperare in un veloce recupero nei prossimi  mesi. 

Tra i cinque major market (UK incluso) è il Regno Unito a riportare la contrazione più marcata nel mese (-24,3%), seguito dalla Germania (-18,1%), dall’Italia (-15%), dalla  Francia (-14,2%) e dalla Spagna (-7,8%). Nel complesso, questi Paesi rappresentano il 70,6% del totale immatricolato nel mese. Nel primo semestre tutti e cinque i Paesi – che, insieme, si attestano al 69,7% delle immatricolazioni complessive – presentano ribassi a doppia cifra e la chiusura per il mercato europeo è a -13,7%.

Il mercato italiano mantiene la stessa flessione a doppia cifra del mese di maggio e  presenta riduzioni di volumi per tutte le alimentazioni, incluse le vetture ricaricabili (BEV e PHEV) che chiudono il primo semestre a -8,7%.