Concessionari e riparatori UE: “Approccio realistico al Fit for 55”

Foto: Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

L’AECDR (Alliance of European Car Dealers and Repairers) ha pubblicato la sua posizione sul Fit for 55. Un documento completo che chiarisce il ruolo e l’impegno dei concessionari di veicoli – sia auto sia truck – per consentire la transizione verso una mobilità “climate-neutral “nell’UE entro il 2050 (compreso l’obiettivo di medio termine di una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030). Il documento mette in guardia anche su alcune preoccupazioni reali che provengono dal campo e invita i responsabili politici dell’UE a un approccio più ambizioso, ma realistico, quando si tratta di selezionare le soluzioni politiche e tecniche da adottare in futuro.

 

Questo documento è pubblicato in un contesto in cui il Parlamento europeo sta approvando i nuovi standard di CO2 per i nuovi veicoli per il 2025, 2030 e 2035. In tal senso, l’AECDR esorta il Consiglio europeo e tutte le istituzioni UE a raggiungere un approccio realistico. “La transizione in corso – afferma Antje Woltermann, portavoce dell’AECDR – dovrebbe favorire la sostenibilità e l’occupazione delle imprese europee. Obiettivi non realistici potrebbero provocare una pressione straordinaria su migliaia di concessionari che attualmente stanno investendo enormi somme di denaro in imprese a prova di futuro. Pertanto, invitiamo i responsabili politici dell’UE a considerare la realtà vissuta dalle aziende in tutto il continente. L’approvazione dei nuovi standard di CO2 per i nuovi veicoli da parte della plenaria di giugno sarà la prima pietra miliare per adottare soluzioni ambiziose ma realistiche per tutti gli attori coinvolti in questa transizione e i concessionari di automobili sono una parte fondamentale di queste soluzioni”.

 

“Per decenni le aziende rappresentate dall’AECDR hanno fornito soluzioni di mobilità affidabili e convenienti a cittadini e imprese europee. Ciò è stato possibile attraverso investimenti passati e presenti; investimenti grazie ai quali dette aziende – si legge nel documento – continueranno a svolgere questo ruolo importante anche in futuro. L’attitudine ad ascoltare i clienti e cercare di servirli con la migliore soluzione disponibile ha reso le concessionarie un naturale e riconosciuto punto di riferimento per l’interazione sociale e la crescita sostenibile in tutta Europa. Per questo, non solo si accoglie positivamente la decisione dell’UE di stabilire un percorso chiaro verso una mobilità a impatto climatico zero, ma andando avanti si è anche determinati a dispiegare tutte le risorse a disposizione per permettere al nostro continente di centrare questo obiettivo”. Riguardo al pacchetto Fit for 55 ecco, di seguito,  le raccomandazioni  che AECDR rivolge ai politici UE.

 

Essere più ambiziosi sulle infrastrutture di ricarica

L’obiettivo di 3,5 milioni di punti di ricarica entroil 2030 non è sufficiente a sostenere le dimensioni previste del parco di veicoli elettrici (BEV e PHEV). Secondo le nostre migliori conoscenze, questo numero dovrebbe essere il doppio. Oltre al numero di punti di ricarica, il nuovo AFIR dovrebbe anche stabilire i requisiti nazionali per la capacità di ricarica ad alta potenza (> 150 kilowatt/ora) necessaria per soddisfare la domanda di energia di tutti i tipi di veicoli (autovetture, veicoli commerciali leggeri, medi e pesanti). Il raggiungimento di tutti questiobiettivi in maniera uniforme e in tutto il continente europeo è un prerequisito necessario per una transizione di successo verso una mobilità carbon neutral.

 

Evitare inutili distorsioni e frammentazioni del mercato, e la povertà di mobilità

L’UE dovrebbe promuovere un sistema di incentivi coerente a livello di UE sia per gli utenti privati sia per quelli
professionali. Affrontando (non ignorando) le disuguaglianze strutturali che esistono in tutta l’UE, tale strumento renderebbe i veicoli ad alimentazione alternativa competitivi rispetto alle loro alternative tradizionali in tutti i paesi e le classi sociali, a beneficio inevitabilmente del clima. Quello che registriamo in questo momento presso le nostre concessionarie è una preoccupante frammentazione del mercato (ad esempio, in Italia o Spagna, la penetrazione del mercato di BEV + PHEV nel 2021 è stata inferiore al 10% per le autovetture e al 2% per i veicoli commerciali leggeri mentre Paesi come Svezia o Danimarca sono già ben al di sopra del 30% per le auto; 5% per i veicoli commerciali leggeri).

 

Inoltre, l’UE dovrebbe riesaminare attentamente l’impatto delle normative sugli standard CO2 già in vigore e in via di revisione (sia per i veicoli leggeri sia per quelli pesanti). Ciò perché in assenza di una solida domanda di veicoli elettrici a batteria – supportata da sufficienti infrastrutture di ricarica e da un quadro incentivante uniforme a livello UE – si rileva un concreto rischio di disallineamento tra le tipologie di veicoli presenti presso le concessionarie e i veicoli che gliutenti sono disposti ad acquistare (in alcuni paesi dell’UE una quota significativa – dal 10% al 30% – delle immatricolazioni complessive di veicoli elettrici a batteria è costituita da autoimmatricolazioni; ciò significa che parte dell’offerta spinta dalla politica non incontra necessariamente la domanda dei clienti). Dovremmo monitorare ed evitare questo tipo di distorsioni del mercato che si ripercuotono negativamente sui concessionari e sui loro clienti.


Avere un approccio tecnologico più inclusivo

Oltre all’elettrico a batteria, esistono diverse tecnologie per i veicoli che sembrano promettere di svolgere un ruolo importante nel percorso di decarbonizzazione del trasporto stradale europeo (idrogeno, biocarburanti, biometano, sia compresso che liquefatto, e-fuel, ecc.). Ciò è particolarmente vero quando si tratta di veicoli medi e pesanti con missioni di medio e lungo raggio. L’AECDR ritiene che l’UE dovrebbe valutare a fondo il potenziale di ciascuna di queste tecnologie, nonché adottare i metodi di misurazione più utili e realistici (allontanandosi dal ‘tank to wheel’ e adottando metodi che implicano un’analisi più completa come “LCA” o “Well-to-Wheel”), in combinazione con schemi volontari come il “crediting system”, che permettono di calcolare il ruolo positivo dei combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio.

Quella nuova vita da experience teller. Grazie a una chopper bike 

di Roberta Pasero

Cherchez la femme? No. Cherchez le vélo. Cercate la bicicletta. Una Sun of the beach, un tipo da spiaggia, nera con dettagli color cuoio, manubrio da Easy rider e istinto ribelle. Se la intercettate sul lungo Tevere o nel centro storico di Roma inutile chiedersi “Lui chi é?”. Perché siete certi che in sella a questa chopper bike c’è Francesco Fontana Giusti. Chi si occupa di motori sa chi è: un fantasista della comunicazione. Un instancabile detective delle emozioni. Uno che in oltre vent’anni nel mondo automotive ha trasformato con stile inconfondibile, con test drive experience e claim ad effetti speciali, automobili di ordinaria personalità in emozioni a quattro ruote.

“Ho sempre creduto in una comunicazione automotive lifestyle. Una comunicazione obliqua che non parli di vetture termiche o elettriche come pezzi di metallo, motorizzazioni, autonomia della batteria, tempi di ricarica, ma che si allarghi a cerchi concentrici ad altri mondi, all’arte, la moda, l’architettura, il viaggio, le emozioni, per raccontare non una nuova automobile ma una brand experience. Non soltanto la mobilità, ma uno stile di vita. Non il mondo di oggi, ma un futuro da immaginare e costruire”, spiega Fontana Giusti. “Tesla, per esempio, è diventato un global brand perché Elon Musk con la sua visione illuminata ci ha raccontato il viaggio su Marte. È andato oltre le automobili, a beneficio del marchio, perché poi di una comunicazione così trasversale che si fa ricordare ne beneficiano a cascata tutti i prodotti e, come in questo caso, le auto che appartengono a quel brand”.

 

Anche per inseguire questa sua idea futuribile della comunicazione, quando qualche mese fa è uscito dal tourbillon aziendale, si è lanciato in una nuova avventura, creandosi un’altra identità professionale taylor made, molto più intrigante e visionaria: quella di experience teller. Attorno ha costruito tutto un mondo social rivoluzionandone il linguaggio, come ha sempre fatto con la comunicazione: un sito fuori dall’ordinario, www.experienceteller.it, e l’ inedito e caleidoscopico calembour-blog del venerdì, il FRAday, che di settimana in settimana forma un puzzle a incastro tra pensieri di carta e dialoghi con l’arte, tra riflessioni analogiche e deserti specchiati nelle stelle, tra oggetti di design ribelli e vagabondi e think greenimal. Un puzzle in progress che con il portfolio dei suoi scatti e videotelling crea link emozionali con una community sempre più ampia, anche su Facebook, Instagram, LinkedIn, Twitter, You tube.

“Il restart per la mobilità deve iniziare proprio dal Think Greenimal, un pensiero che racchiude due mondi e due filosofie complementari, il Green e il Minimalismo, una doppia direzione per il futuro tra sostenibilità ambientale ed estetica dell’essenziale, dove l’uomo dev’essere sempre al centro di un viaggio che va oltre l’immaginazione”, riflette Francesco Fontana Giusti,  comunicatore globetrotter da sempre. “In particolare, per rilanciare il mondo automotive in crisi d’identità, si dovrebbe umanizzare la comunicazione facendo parlare, per esempio, chi sceglie elettrico dei limiti che incontra, ma anche dei piaceri che prova a guidare nel silenzio, e abbinare questi piaceri ad altre esperienze che creino link emotivi tra clienti e marchi automobilistici. Inoltre, la mobilità andrebbe raccontata senza confini di mezzi di trasporto, facendo incontrare chi va a piedi, chi in auto, chi in bicicletta, chi in moto, chi in monopattino, insomma  tutti i protagonisti della mobilità contemporanea, per raffrontare le loro esperienze e le loro necessità e arrivare così a un comune denominatore”.

 

L’obiettivo per Fontana Giusti è raccontare storie di uomini e non di prodotto, storie di cuore e di scoperte e non solo di numeri e di pensiero. “Storie nelle quali le persone che leggono possano ritrovarsi. Perché in questa società molte volte la gente ha paura di mostrare se stessa e il proprio lato fragile: un errore perché non è nascondendosi che si diventa più forti”, riflette. “La felicità di ogni uomo è essere creativo, è mostrare quello che si è capaci di fare, e quindi molti hanno bisogno di sentirsi raccontare le storie, anche di automobili, per identificarsi e riconoscersi e far volare finalmente la propria immaginazione”.

Una comunicazione che punti su un nuovo umanesimo e anche su una messa a fuoco delle proprie passioni che per Fontana Giusti è ripartita quando finalmente è uscito dai binari della routine professionale. E se è vero che ognuno di noi ha un oggetto che simbolicamente lo identifica, un po’ come la boule de neige per Orson Welles in Quarto potere, per Francesco Fontana Giusti sono le 2 ruote di una bicicletta. Due ali della libertà. La sua rinascita anche professionale come experience teller, la sua nuova visione creativa del mondo è iniziata proprio da una chopper bike. “The medium is the message”, affermava il sociologo Marshall McLuhan. È il mezzo stesso di comunicazione il messaggio. Che nel caso di Fontana Giusti è pure un mezzo di mobilità. 

Smart Mobility: città da trasformare in luoghi più vivibili e sicuri

di Toni Purcaro, executive vice president Dekra Group e presidente Dekra Italia

La smart mobility è un concetto sul quale occorre investire nella prospettiva di trasformare le nostre città in luoghi più vivibili e sicuri. Componente essenziale della smart city è il concetto di smart mobility, una mobilità connessa, condivisa, pulita e sicura che per essere implementata richiede azioni strutturali volte a modernizzare il parco circolante e costruire le necessarie infrastrutture fisiche e digitali.

La realizzazione delle cosiddette smart road, dunque, sarà fondamentale al fine di prevenire e ridurre il numero di incidenti e consentire ai diversi utenti della strada di convivere riducendo i rischi. La mobilità urbana interconnessa, tuttavia, presenta alcuni rischi da affrontare per tempo sul fronte della cybersecurity e della tutela dei dati personali.

 

La connettività diffusa che caratterizza ormai la nuova era digitale non può prescindere, dunque, da una maggiore protezione delle informazioni presenti in rete per evitare che esse vengano utilizzate per fini illeciti e o non autorizzati.

Mobilità: noi, dalla parte della ragione

di Pierluigi Bonora

#FORUMAutoMotive allarga il suo orizzonte e oltre a incontrare costantemente i protagonisti della mobilità, instaurando – come sua regola – un dibattito franco, libero e concreto, ora si propone di lanciare i suoi messaggi anche attraverso il web. Da qui l’idea di dar vita a “forumautomotive – diario dal mondo della mobilità, appuntamento e occasione di confronto con chi ci segue da tempo, ma soprattutto un canale di informazione lontana anni luce da chi fa dell’ideologia la propria bandiera. Un’informazione corretta e verificata, attendibile e sincera in un mondo dove, spesso e volentieri, le notizie vengono diffuse per partito preso, nella maggior parte dei casi senza esporre le dovute opinioni o critiche.


Ebbene, chi conosce #FORUMAutoMotive, il movimento di opinione attivo dal 2015, sa bene com’è il nostro modo di lavorare a beneficio di una opinione pubblica che deve conoscere la realtà dei fatti ed essere messa in guardia rispetto a chi cerca in tutti i modi di manipolarla.


Il mondo della mobilità è entrato in un’epoca che lo porterà a un forte cambiamento, ma ciò deve avvenire considerando la sostenibilità sociale di ogni decisione, la necessità di tutelare un’industria costituita da eccellenze uniche e la capacità di farvi fronte della popolazione.

 

Purtroppo, da ormai troppo tempo si ha l’abitudine di agire alla rovescia, puntando subito dritti alla meta, ma senza aver prima preparato adeguatamente il terreno. È quello che sta accadendo al capitolo transizione energetica dove si rischia, seriamente, di andare incontro a vero disastro e a diventare dipendenti, come fonti di approvvigionamento, da Paesi terzi. La lezione del gas russo non dev’essere presa sottogamba.

 

Con la guerra in Ucraina, il caro energia e materie prime, le forniture bloccate e le incognite che si presentano costantemente, il mondo è entrato in una spirale e quando ne uscirà saremo alle prese con nuovi equilibri geopolitici ed economici, e ciò che valeva fino a pochi anni fa sarà destinato a essere rivisto profondamente. Una rivoluzione nella rivoluzione che coinvolgerà, come avviene già ora, il settore della mobilità.

 

Noi di #FORUMAutoMotive e di questo “forumautomotive – diario dal mondo della mobilità” continueremo a vigilare sugli scenari che di mese in mese si presentano, denunciando posizioni demagogiche e restando dalla parte del “made in Italy” e dei suoi protagonisti contro chi ragiona a senso unico e non accetta alternative – valide – alle proprie idee.

 

Su questo diario pubblicheremo studi e ricerche, daremo voce a manager, imprenditori, politici, sindacalisti e commentatori. E ci sarà anche uno spazio dedicato alle curiosità dal mondo dei social.


#FORUMAutoMotive e “forumautomotive – diario dal mondo della mobilità”, dunque, sempre dalla parte della ragione.

Mercato, incentivi, governo, Ue: ecco il “Crisci – pensiero”

Crisci

di Pierluigi Bonora


Michele Crisci, presidente di Unrae, apre le danze di “forumautomotive – diario dal mondo mobilità con questa intervista, la prima a essere ospitata nel nostro nuovo sito. Al terzo mandato al vertice dell’associazione che raggruppa i costruttori di veicoli esteri in Italia, il manager ricorda i momenti più difficili della sua esperienza, per poi affrontare i temi del momento che vedono la mobilità preda di forti attenzioni ideologiche, predominanti, e con un futuro non ancora ben delineato.

 

Uno sguardo anche agli incentivi e a quale sarà l’impatto di giugno, primo mese intero dalla loro entrata in vigore, tenendo anche conto che i concessionari continuano ad avere non poche difficoltà a ricevere veicoli nuovi dalle rispettive Case madri. In chiusura, Crisci parla anche del forte legame in essere con le altre associazioni, Anfia e Federauto. Un’unità di intenti che rafforza il settore e per la quale #FORUMAutoMotive, di sua iniziativa, ha svolto più volte un ruolo di mediazione.

VTM 2022: automotive e trasporti al centro della convention

di Luca Talotta

Oltre 300 aziende, 136 divisioni acquisti & R&D rappresentate da 210 buyer e 3.500 appuntamenti B2B, questi alcuni numeri dell’edizione 2022 di VTM (Vehicle & Transportation Technology Innovation Meetings), l’unica business convention (in Italia) dedicata all’industria automotive e dei trasporti andata in scena a Torino. Un evento che – grazie all’organizzazione – ho avuto il piacere di poter moderare dal palco delle Officine Grandi Riparazione, luogo storico del capoluogo piemontese, con ospiti di altissimo livello quali Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, che ho anche intervistato, ed esponenti internazionali del calibro di Anne-Lise Richard, Head of Global e-Mobility di Stellantis. Nel corso del meeting sono state anche premiate le startup vincitrici del contest ideato da VTM del 2020 e che per la pandemia non avevano ritirato il riconoscimento. Senza dimenticare la premiazione dei vincitori di 5GMETA Hackathon organizzato da LIFTT in collaborazione con VTM.

 

Confronto su competenze e innovazioni

Una piacevole mattinata dicevo, tutta dedicata all’industria automotive e dei trasporti promossa da Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino, dove in qualità di sponsor, sono tornati a VTM 2022 grandi imprese internazionali (AVL, BOSCH, Continental Engineering Services, CSI, Denso Italy, FEV, ITT, Keysight, Sabelt, Texa, Vishay), e prestigiosi brand come Accenture, Blue engineering, Capgemini Engineering, Daca-I, Grape Up, Punch Torino, Segula. Industrial partner dell’evento: Stellantis. L’edizione 2022 di VTM è stata un’occasione di business, di confronto su competenze, innovazioni e tematiche di maggiore rilievo e attualità: dalla digitalizzazione dei processi all’elettrificazione dei veicoli e batterie, idrogeno e sistemi di propulsione innovativi, software defined vehicles, sistemi ADAS e guida autonoma, connettività e Big Data, micromobilità e nuovi modelli di mobilità sostenibile e smart.

 

Stellantis ribadisce la centralità di Torino

“Registriamo ottime notizie per la Torino dell’automotive: l’incontro con Stellantis ha ribadito la centralità della nostra città non solo in ambito produttivo, ma anche ingegneristico e di progettazione”, sottolinea Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. “La nuova edizione di VTM – prosegue Gallina – ha numeri in netta crescita: aumentano le aziende presenti, superando quota 300 (+15% rispetto al 2018), si triplicano i buyer, crescono i B2B meetings (oltre 3.500). È la conferma di un lavoro di insieme, realizzato con istituzioni, aziende e atenei, che va nella direzione giusta per riaffermare un ruolo internazionale strategico e innovativo in un mercato in rapidissimo cambiamento”.

 

I vincitori del contest di VTM 2020

Anche per questa edizione, si conferma uno spazio dedicato alle start up innovative, che vede la presenza di 25 realtà che propongono soluzioni sui temi della sicurezza, smart mobility, intelligenza artificiale, micromobilità e molto altro ancora. Tra queste le vincitrici del contest di VTM 2020, premiate in questa edizione dall’assessore regionale all’Innovazione e Ricerca Matteo Marnati: Drivesec, Lifetouch, Jungo Connectivity (Israele), FLAG MS e 3 WINDY. Fra le altre: Beond, REEFILLA, NGV Powertrain, Veicoli Srl, TO.TEM, 2Electron, Walle, presenti quest’anno grazie all’Agenzia ICE (Italian Trade Agency).

 

Hackathon 5GMETA: chi ha prevalso nella sfida

Infine, tra le prestigiose conferenze e i tavoli B2B, a segnare la mattina di VTM è stata la premiazione dei vincitori del 5GMETA Hackathon, maratona di 24 ore (partita il 29 marzo) che ha messo al centro i volumi di dati generati dai veicoli e la loro applicazione nella mobilità connessa e automatizzata. Una sfida importante nell’ambito di “5GMETA”, progetto europeo H2020 con l’obiettivo di potenziare l’ecosistema della smart mobility. I partecipanti all’hackathon, organizzato da LIFTT in collaborazione con VTM, si sono cimentati in tre sfide: sicurezza stradale, mobilità dei veicoli, servizi dedicati agli individui. Per i tre team che hanno sviluppato le migliori idee e business case, un premio di 5.000 euro. Inoltre, al termine della premiazione il Ceo di LIFTT, Giovanni Tesoriere, e il presidente di Cepiemonte, Dario Peirone, hanno firmato un accordo di partnership che vedrà il Venture Capital guidato dallo scienziato Stefano Buono e Ceipiemonte sempre più affiancati nel percorso di valorizzazione del territorio e nella promozione delle sue imprese innovative sui mercati internazionali.

Veicoli commerciali: incentivi da ampliare

crisci

di Michele Crisci, presidente di Unrae

Le immatricolazioni di aprile riflettono gli ordinativi raccolti nei mesi scorsi, e quindi scontano pesantemente l’attesa degli incentivi, che fino all’adozione del DPCM – il 6 aprile scorso – si auspicavano di respiro molto più ampio. Vogliamo tuttavia sperare che alla pubblicazione del decreto, con un pesante e nocivo ritardo, segua presto l’ampliamento delle categorie di beneficiari dei bonus, tramite ulteriori provvedimenti.

 

Limitare gli incentivi ai soli veicoli elettrici ed escludere, anche a fronte di rottamazione, i mezzi a combustione tradizionale che sono il 98,5% del totale, significa non solo ridurre le potenzialità del mercato, ma soprattutto ritardare il rinnovo del parco circolante di questo importante comparto, tra i più vecchi d’Europa; con il ritmo attuale ci vorranno ancora 22 anni per sostituirlo interamente”.

 

Con la quantità di infrastrutture di ricarica ad oggi presente in Italia, inoltre, risulta difficile promuovere l’elettrificazione del parco circolante dei veicoli commerciali. Apprezziamo il varo degli incentivi, ma è altrettanto fondamentale che si predisponga una solida rete infrastrutturale, anche attraverso sgravi fiscali per l’installazione da parte dei privati, altrimenti il mercato dei veicoli a zero emissioni stenterà a decollare verso i livelli richiesti dai programmi di transizione energetica”.

Produzione automotive: concatenazione di fatti negativi

di Gianmarco Giorda, direttore di Anfia

L’indice della produzione automotive italiana, dopo i segnali di ripresa mostrati  nei primi due mesi del 2022, torna a registrare una flessione a marzo (-8,2%) . L’indice della produzione di parti e accessori per autoveicoli si mantiene positivo, sebbene con una crescita tendenziale più contenuta (+1,1%) rispetto a quella dei due  mesi precedenti, mentre l’indice della fabbricazione di autoveicoli si conferma in calo  per il nono mese consecutivo (-19,2%).

 

Oltre alle permanenti difficoltà di approvvigionamento nella supply chain e ai ritmi  rallentati della logistica – tra il blocco di Shanghai, principale porto commerciale a livello mondiale, e le difficoltà sulle rotte aeree e ferroviarie di collegamento con il Far East per via del conflitto in corso – hanno pesato sui livelli produttivi della filiera anche gli step ancora mancanti (prima del via libera arrivato per il 16 maggio, ndr) per l’effettiva entrata in vigore degli incentivi alla domanda  di veicoli a basse emissioni.

 

Un ritardo i cui danni sono ben evidenziati anche dagli ininterrotti cali a doppia cifra del mercato auto, che ha chiuso aprile 2022 a  -33%, e che rischia di aggiungere ulteriori difficoltà a una già delicata transizione  energetica della filiera.

LoJack e trasporto: la soluzione Supply Chain Visibility

Foto: Maurizio Iperti, presidente di LoJack EMEA

LoJack Italia, società leader nelle soluzioni telematiche per la mobilità e nel recupero dei veicoli rubati, ha annunciato nel corso di Transpotec Logitec, il Salone dei Trasporti e della logistica che si è svolto in Fiera a Milano-Rho, l’arrivo sul mercato di una soluzione affidabile ed economica per il tracciamento e la visibilità delle merci, sviluppata e implementata dalla capogruppo statunitense CalAmp, una società di intelligenza connessa che sfrutta un ecosistema di soluzioni data-driven per aiutare le persone e le organizzazioni a migliorare le prestazioni operative.

 

La soluzione sarà particolarmente vantaggiosa per le aziende multinazionali dei settori farmaceutico, elettronico, biotecnologico, alimentare e dei beni di consumo che desiderano proteggere le spedizioni di alto valore e ad alto rischio in transito, migliorando al contempo l’efficienza della Supply Chain e offrendo tutta la documentazione necessaria per la conformità normativa.

 

La soluzione Supply Chain Visibility di LoJack si avvale di una vasta gamma di sensori wireless e di device, sia riutilizzabili sia monouso, che possono essere applicati ai beni per tracciare e raccogliere parametri critici, come temperatura, esposizione alla luce, urto, vibrazioni e posizione. La soluzione consente una rilevazione dettagliata del viaggio, della posizione e delle condizioni del carico lungo tutto il tragitto, attraverso diverse modalità di trasporto: a terra, su rotaia, in aereo o in mare, fino alla destinazione finale.

 

All’arrivo, i sensori si sincronizzano automaticamente con gli hub fissi e mobili per supportare la documentazione che ne attesta il mantenimento dei parametri e la reportistica ambientale. I dati dei sensori inviati attraverso il CalAmp Telematics Cloud possono essere integrati direttamente nei sistemi gestionali del magazzino, della flotta e della logistica tramite interfacce API (Application Programming Interfaces).

 

La pandemia ha portato alla luce molte sfide all’interno della Supply Chain globale, dalla chiusura dei porti e delle frontiere, alla carenza di prodotti e alle spedizioni del vaccino COVID-19. Tracciare manualmente le merci in transito espone il carico a errori umani, a furti e ad una limitata visibilità degli eventuali danni ambientali”, ha spiegato Maurizio Iperti, presidente di LoJack EMEA. “I sistemi logistici intelligenti basati su sensori e API, come la nostra soluzione Supply Chain Visibility, si rivelano preziosi per ridurre il deterioramento delle merci, ottimizzare le prestazioni della Supply Chain e documentare il mantenimento dei parametri, salvaguardando allo stesso tempo la reputazione del brand“.

 

“L’esigenza di una visibilità del carico end-to-end in tempo reale non è mai stata così forte come nella complessa supply chain globale just-in-time di oggi. Produttori, operatori logistici, consumatori ed enti certificatori vogliono essere certi che le loro spedizioni in transito rispettino i severi requisiti di sicurezza e conformità e che arrivino rapidamente e come previsto”, ha dichiarato Jeff Clark, Chief Product Officer di CalAmp. “Siamo entusiasti di fornire questo livello di visibilità e di intelligence al mercato europeo attraverso la nostra soluzione Supply Chain Visibility. Per i nostri clienti che spediscono merci in regioni pan-Europee, queste informazioni sulla localizzazione e sull’ambiente rafforzeranno l’affidabilità, la sicurezza e l’efficienza delle loro operations, a vantaggio di tutti gli stakeholders coinvolti nella supply chain”.